Biogas Marsciano. Dottorini-Idv: Incentivare piccoli impianti in stalle
“Quando si parla di green economy bisogna saper progettare modelli virtuosi che sappiano coniugare lo sviluppo economico con il rispetto dell'ambiente e delle comunità che ci vivono. Ma evidentemente a Marsciano anni di scandali hanno insegnato ben poco”. Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Cesaroni, commenta la notizia dell'avvio del progetto per la costruzione di un impianto a biogas nel Comune di Marsciano.
“Fino a che la Regione non si attiverà per incentivare l'istallazione di piccoli impianti di depurazione direttamente nelle stalle delle aziende agricole - prosegue il capogruppo regionale Idv -, a Marsciano è improponibile anche solo ipotizzare la costruzione di qualsivoglia impianto perché l'effetto sarebbe solo quello di aggravare una situazione ambientale che ha già superato ogni limite. Buon senso vorrebbe che prima di avallare nuovi progetti, Comune e Regione si attivassero per risolvere i gravissimi problemi che da anni non trovano soluzione”. “Questi progetti, che in Umbria stanno spuntando come funghi e che non vengono minimamente partecipati con la popolazione – prosegue Dottorini – , hanno solo il potere di compromettere il rapporto con i cittadini, in linea con un approccio poco trasparente che la delibera di Giunta 494 ha messo pienamente in evidenza. Accorciare le distanze fra impianti e centri urbani e liberalizzare l'approvvigionamento di materia prima anche da fuori regione senza neppure interpellare il Consiglio regionale avvalora l'opinione contraria di tanti cittadini che hanno dovuto già fare i conti con scandali e mala gestione. L'assessore Rometti – conclude il consigliere regionale - farebbe bene a riflettere sul fatto che sorgono ogni giorno comitati che si oppongono alla costruzione di centrali. Alla base di tutto c'è il tentativo di non partecipare le decisioni e di non tener conto di un approccio fondato sul rispetto per l'ambiente. Piuttosto che stimolare la costruzione di piccoli impianti diffusi e realmente green, sembra prevalere un approccio ad uso e consumo di pochi grandi portatori di interessi. Forse sarebbe il caso di rivedere le regole del gioco”.
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