“La verde Umbria, pur se piccola, si vede riconoscere a livello europeo di essere un modello di buone pratiche per la tutela della biodiversità. Ed è in questa direzione che rafforzeremo le nostre azioni e chiameremo a impegnarsi istituzioni locali, Università, mondo agricolo e produttivo”. È quanto sottolinea l’assessore alle Politiche agricole della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, che ha partecipato a Bruxelles all’evento europeo di chiusura del progetto triennale comunitario “Reverse” sulla biodiversità, di cui la Regione Umbria è partner insieme ad altri 13 autorità regionali e istituzioni pubbliche di sette Paesi europei (oltre all’Italia, rappresentata dalla Regione Umbria e dall’Arsial della Regione Lazio, Francia, Spagna, Grecia, Germania, Estonia e Slovacchia). All’incontro hanno preso parte il vicepresidente della Commissione europea Agricoltura José Bové e rappresentanti del Parlamento europeo. Dopo una tavola rotonda, è stata presentata una serie di raccomandazioni sull’importanza del mantenimento della biodiversità in Europa.

“L’Umbria – rileva l’assessore – partecipa al confronto e allo scambio tra le regioni d’Europa sulle buone pratiche e le politiche per la protezione e lo sviluppo della biodiversità naturale e di interesse agrario, al centro di questo progetto, con la qualità delle misure e degli strumenti messi a punto dalle strutture dell’Assessorato regionale e attuati con il fondamentale supporto operativo del Parco tecnologico agroalimentare 3A. Siamo infatti consapevoli di quanto sia indispensabile, se vogliamo costruire un futuro all’insegna della qualità della vita, preservare e valorizzare quel bene immenso che è rappresentato dal nostro patrimonio agricolo tradizionale, dai nostri Parchi, da tutti gli organismi che compongono gli ecosistemi viventi, piante, fiori, animali, batteri e geni, che significano cibo, salute e materie prime”.

“Abbiamo dato il nostro significativo contributo nel colmare il divario esistente tra i vari Paesi nella conservazione della natura e della biodiversità coltivata. Avvalendoci degli esperti e ricercatori del Parco 3A – prosegue l’assessore Cecchini – abbiamo svolto un ruolo di coordinamento e valutazione delle buone pratiche prodotte dai tutti i partner europei su tre settori decisivi: biodiversità e agricoltura, biodiversità e pianificazione territoriale, biodiversità e turismo. Per ognuno di questi sono state individuate raccomandazioni strategiche, da tradurre in Piani di azione, per creare nuove prospettive di sviluppo della biodiversità”.

 

“Un obiettivo – dice ancora l’assessore Cecchini – che si realizza solo con interventi integrati e trasversali, con l’impegno di tutti i maggiori responsabili, in Europa come in Italia e in Umbria, attorno al progetto comune di preservare e promuovere la biodiversità. A questo scopo, servirà la ‘Carta Reverse’ che abbiamo approvato nella riunione di Bruxelles, in cui sono sintetizzati i risultati dei tre anni del progetto di cooperazione interregionale. I firmatari della Carta, nella consapevolezza dei problemi derivanti dalla perdita di biodiversità, dovranno impegnarsi come individui e come rappresentanti di una istituzione o di una organizzazione, a intraprendere azioni per perseguire la salvaguardia della biodiversità”.

“Una sfida che sarà rilanciata in Umbria la prima settimana di novembre – rende noto l’assessore – in occasione della conferenza finale del progetto ‘Reverse’. In quella data, presenteremo le raccomandazioni generali e i Piani d’azione da attuare a livello regionale ed europeo. Inviteremo rappresentanti delle istituzioni locali, dell’Università, delle organizzazioni professionali agricole, del mondo produttivo, di quello culturale, delle associazioni ambientaliste, a unirsi alla Regione Umbria nell’impegno a favore della biodiversità e sottoscriveremo la Carta che, con le firme raccolte in tutte le regioni europee partner del progetto, verrà poi presentata alla Commissione europea. Solo con un’azione congiunta – conclude l’assessore Cecchini – nella piccola Umbria, nel territorio nazionale e nei Paesi europei può essere infatti assicurato lo sviluppo della biodiversità”.

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