Lontano dal clamore delle strumentalizzazioni brandite per raccogliere fin troppo facili consensi e con la dovuta attenzione verso le legittime preoccupazioni della cittadinanza, ci sentiamo in dovere di proporre alcune riflessioni sulla questione della realizzazione di un biodigestore nella zona di Sant’Egidio. In primo luogo bisogna riconoscere che i tempi strettissimi previsti dal decreto legge nazionale - e rispettati dalla Conferenza dei servizi - per l’approvazione del nulla osta alla realizzazione dell’impianto hanno compromesso l’opportunità di dar vita a un preventivo confronto con la popolazione. Il Consigliere Comunale del Pd Leonardo Miccioni si è detto critico nei confronti delle recenti modifiche del Regolamento Regionale che da un lato riducono le distanze dai centri abitati previste per la realizzazione di impianti di biodigestione e dall’altro non prevedono adeguate fasi di partecipazione e di coinvolgimento, che in questo caso avrebbero consentito la “condivisione di progetti che sotto molteplici aspetti incidono profondamente sul tessuto sociale, economico e ambientale del territorio”.

 

L’assemblea organizzata venerdì scorso, per quanto tardiva e non risolutiva dal punto di vista dell’esigenza di partecipazione, avrebbe dovuto rappresentare un momento di confronto sulle caratteristiche tecniche e gli eventuali rischi del progetto. Un civile e sano confronto avrebbe consentito all’Amministrazione comunale di sottolineare, come poi è stato fatto a mezzo stampa, che non c’è nessuna ipotesi di alimentare l’impianto con materiali che non siano di origine biologica, che non sono stati riscontrati rischi per la salute o di inquinamento delle falde acquifere derivanti dalla produzione di biogas, che con l’energia così prodotta si alleggerisce l’atmosfera di 1275 tonnellate di CO2, che il “biodigestato” viene utilizzato come fertilizzante, che non viene impiegato mais per produrre energia. Ora, alla luce di una scarsa partecipazione del progetto e di fronte a forzature strumentali che molto tolgono alla correttezza dell’informazione, appaiono legittime alcune delle preoccupazioni e delle perplessità sollevate dai cittadini.

 

Ecco perché il Pd di Perugia e il Circolo “Arna” saranno impegnati, nelle prossime settimane, a incoraggiare la realizzazione di un protocollo d'intesa che favorisca, nel corso del tempo, un trasparente confronto tra il “Consorzio AGEA Energia”, che si occuperà della realizzazione dell’impianto, e le associazioni (tramite, ad esempio, l’utilizzo di strumentazioni elettroniche per i controlli o la lettura dei “piani di monitoraggio" con la consulenza di professionisti che ne facilitino la comprensione) al fine di agevolare la partecipazione, di favorire la conoscenza delle verifiche effettuate dalle istituzioni preposte, nel pieno rispetto di ciò che è prescritto dalla normativa vigente. Siamo convinti, infine, come anche gli Assessori Cardinali e Pesaresi, della necessità di prendere tutte le cautele e le precauzioni atte a garantire sicurezza, tutela ambientale, compatibilità urbana.

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