Bilancio Governo-Marini: primo anno in trincea per salvare lavoratori e imprese
di Nicola Bossi
Perugia - Tre donne, tre relazioni, una sola di maggioranza. La prima parte della giornata politica è stata scandita, con tanto di numeri e giudizi sul Governo dell'Umbria, dal pesidente Catiuscia Marini, la sua ex rivale alle elezioni, Fiammetta Modena e il terzo polo del capogruppo Udc Sandra Monacelli. Tre donne segno di una vitalità di una Regione che almeno in fatto di quote rose sta facendo passi avanti. Per il resto l'Umbria cerca di tenersi a galla in mezzo al guado di una crisi che sembra non aver fine. Il presidente Marini ha fatto il quadro della crisi e messo in campo le sue soluzioni di un primo anno di governo. "Nel corso del primo anno abbiamo mirato a mitigare l'impatto della crisi sulle imprese, non solo con il cofinanziamento degli ammortizzatori in deroga, confermando al governo la possibilità di proseguire anche negli anni successivi. Sono stati aiutati i soggetti espulsi dal lavoro con risorse per circa 7.200 lavoratori. La Cig in deroga ha consentito di sostenere sopratutto operai (81 per cento), con meno di 35 anni (40 per cento) pochi
laureati, meno del 3 per cento. Nel 2010 sono stati attivati bandi per lavoratori espulsi dal mercato del lavoro (43 per cento donne) e per il loro ricollocamento. La crisi ha colpito in modo sensibile l'area del precariato
per la quale non esistono strumenti di copertura. In 200 aziende si è proceduto alla stabilizzazione di posti di lavoro per un costo di 3,2 milioni di euro. Sono stati utilizzati 121 milioni di euro in 1.042 imprese, per
ripristinare attività aziendali ed accompagnare alcuni investimenti".
Dati che dimostrano lo sforzo di tenere a galla la baracca, lavoratori e imprese compresi. Ma la Marini precisa che alcune risorse sono andate anche in direzione dello sviluppo: la Giunta non ha rinunciato a fare politiche di sviluppo in direzione della innovazione (170 imprese coinvolte) con importi complessivi per circa 17 milioni di euro". Sulla sanità, dopo un anno di lavoro, la Regione resta "in sostanziale equilibrio" con il passato e allo stesso tempo sono stati messi in cantiere "l'ammodernamento dell'Ospedale di Terni e del potenziamento di Narni-Amelia". Anche bistrattata cultura ha avuto un ruolo in questo primo anno del Governo Marini: "non abbiamo ridotto i finanziamenti alle grandi manifestazioni regionali ma abbiamo cercato di contrastare i tagli ad esempio al Teatro stabile dell'Umbria". Sulla raccolta differenziata si è investito molto, ora bisogna aspettare i risultati, ma quel 65 per cento da raggiungere entro il 2012 appare lontano. "È chiaro
che - ha concluso il Presidente - non si può fare una discussione sui risultati di un anno a fronte di questo scenario. Questo ci impone di aggiornare la nostra discussione dopo la manovra”. La relazione Marini è stata votata a maggioranza dai gruppi del Pd, Idv, Federazione della Sinistra, Psi.
Le opposizioni ha messo in evidenza i punti deboli del primo anno da Governatrice dell'ex sindaco di Todi. Fiammetta Modena (Pdl): "Ci aspettavamo una risposta nel Dap e nel Bilancio regionale, mentre invece in quei documenti non c'erano risposte: in un anno è stata fatta la riforma dell'Ater (che è venuta pure male), le Comunità montane sono già finanziate per il 2011 (8 milioni di euro), la riforma dell'organizzazione regionale ha alla fine determinato un nulla di fatto in termini di efficienza e una spesa invariata (1,2 milioni di euro annui). Sono stati affrontati i nodi delle consulenze, delle auto blu, dei contratti a tempo determinato, delle spese di rappresentanza ma solo in seguito alla manovra economica dello scorso anno. Provvedimenti assunti senza spiegare che si trattava di misure partite dal Governo nazionale.
Più dura la terza politista Sandra Monacelli che ha parlato di un Governo che va lentamente e con una "pericolosa ansia da prestazione". Alle difficoltà imputabili alla situazione generale, vanno aggiunte le vicende umbre, costellate da divisioni interne alla maggioranza e dall’esplosione di vicende giudiziarie che hanno rallentato e compromesso l’unitarietà dell’azione amministrativa. La riforma ha ridotto l'articolazione
dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale da due ad una, ma il risparmio conseguito non è stato in linea direttamente proporzionale alla divisione praticata. La questione della chiusura del ciclo dei rifiuti
attraverso il trattamento termico è stata tatticamente accantonata per essere successivamente riproposta dalla Giunta. Ora questo dibattito è stato accantonato nuovamente e al suo posto è stata elaborata una proposta di
regolamento per l’applicazione delle sanzioni agli Ambiti che non hanno raggiunto gli obiettivi minimi di raccolta differenziata: 50 per cento al 2010, 65 per cento al 2012. Eppure nonostante le minacce di sanzioni nei giorni scorsi dalle parti dell’Italia dei valori si è gridato al fallimento del Piano dei rifiuti regionale, a causa delle percentuali di differenziata nei Comuni umbri ben lontana dagli obiettivi preposti".
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