di Paolo Fabrizi

Il mondo dello Sport rischia di essere stravolto da un emendamento. Il riferimento è tutto per l’intervento del deputato dei 5 Stelle Sergio Battelli, un emendamento presentato alla Camera questa settimana e rivolto alla prossima Legge di Bilancio che preoccupa non poco il mondo dello spettacolo, di cui lo sport è parte integrante.

L’obiettivo è nobile: contrastare il fenomeno del ‘secondary ticketing’ e del bagarinaggio. Il modulo prescelto per farlo è però destinato a scatenare un putiferio: l’obbligo, di fatto, alla nominatività per eventi di spettacolo (quindi anche di Sport) in impianti superiori ad una capienza di 3.000 posti (nella prima bozza dell’emendamento erano addirittura 1.000). Al tempo stesso non verrebbe più consentito il cambio del nominativo: solo l’intestatario originario del biglietto potrebbe entrare ad assistere allo spettacolo, senza alcuna possibilità di ‘trasferire’ successivamente il titolo.

Applicare questa norma ad impianti con capienza superiore ai 3.000 posti potrebbe significare mandare in tilt le vendite della biglietteria di centinaia di club di Calcio (ma lo stesso avverrà anche nel Basket, nel Volley, nel Rugby e vi discorrendo), perché il 90% degli impianti sportivi hanno una capienza superiore ai 3000 posti.

La maggioranza delle società sportive dilettantistiche saranno obbligate nell’arco di pochi mesi a dotarsi di sistemi di biglietteria e di software di gestione, proprio come avviene alle società di serie A e di serie B ormai da qualche anno, che impatteranno inevitabilmente sui costi di gestione.

Questo pacchetto di norme non sarebbe stato in alcun modo condiviso con il mondo dello Sport e dunque si preparerebbe a piombarvi addosso come un fulmine a ciel sereno, penalizzando prima di tutto lo spettatore che non potrà trasmettere il biglietto a chicchessia poiché la vendita sarà ammessa solo attraverso le piattaforme autorizzate allo stesso prezzo nominale al quale il titolo è stato emesso, con un potenziale aumento dei posti vuoti agli eventi anche sold out ed un aumento dei costi.

Senza contare le enormi difficoltà che comporterebbe per agenzie, biglietti omaggio, sponsor o cambi merce, mentre non sarà possibile neanche regalare un biglietto per Natale o per il compleanno. Il rischio concreto è una drastica riduzione delle prevendite di qualsiasi evento, il ritorno all’acquisto ai botteghini con tutto quello che comporta (spese per le società, lungaggini).

Il tutto quando il ‘secondary market’ potrebbe essere combattuto e vinto molto più semplicemente vietando direttamente ai privati ed ai siti di vendere a prezzo maggiore di quello nominale, oppure oscurando i siti di ‘secondary ticketing’. Ma ormai il dado è tratto e le polemiche sono destinate a divampare.

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