di Elio Clero Bertoldi

PERUGIA - Questo è il ritratto di Bianca Maria Visconti in Sforza (1425-1468), dipinto da Bonifacio Bembo ed ospitato alla Pinacoteca di Brera.
Ultima dei Visconti, Bianca sposò dopo lunghe e complicate trattative tra il padre ed il fidanzato, Francesco Sforza, condottiero (figlio di Muzio Attendolo e di una torgianese, Lucia Terzani) e col marito resse il ducato di Milano per sedici anni, per un periodo anche da sola e con pieni poteri, riconosciutigli dal consorte impegnato in guerra.
Cresciuta in una corte raffinata ricevette una educazione umanistica, ma fu anche appassionata, come il padre, di caccia e di cavalli. 
Raccontano gli storici del tempo che, a Pavia, assalita dai Veneziani si armò e diresse il popolo alla difesa vittoriosa di un ponte. 
Devota e rispettosa del marito, dal quale veniva molto considerata, non mancò di far rapire e uccidere una rivale in amore, che le insidiava l'affetto coniugale. Animo vendicativo, dunque.
Alla morte di Francesco, si attivò per far assumere l'eredità ducale al figlio primogenito Galeazzo Maria il quale, poco dopo, la emarginò mandandola a Cremona, città alla quale la nobildonna era particolarmente affezionata in quanto faceva parte della sua dote matrimoniale. 
E qui morì, per febbri maligne o per veleno (fattole propinare - secondo le fonti - dal figlio).

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