Berlusconi si è dimesso, ma c'è poco da festeggiare
PERUGIA - Avrebbe voluto un'uscita di scena più dignitosa. Invece Berlusconi se ne va a testa bassa e dopo aver svolto l'ultimo compitino assegnatogli dai capi d'Europa, la legge di stabilità. E' senz'altro un fatto positivo che Berlusconi sia andato via, ma siamo sicuri che è il caso di dar vita ai festeggiamenti in piazza? Il dopo Berlusconi è diverso da Berlusconi, ma non meno preoccupante perché deve essere chiaro che stiamo per entrare nella fase più avanzata del commissariamento dell'Italia da parte dell'Europa. Commissariamento finalizzato a portare a casa le risposte adeguate alle 39 domande su licenziamenti, taglio pensioni, smantellamento stato sociale, privatizzazioni, liberalizzazioni. Un massacro che deve essere fatto in tempi brevi, anzi brevissimi.
E allora i capi d'Europa, essendo loro i nuovi capi anche dell'Italia, impongono un governo tecnico con alla guida un uomo fidato, Mario Monti. Le elezioni, unico modo democratico per ridare la parola al popolo, possono aspettare. La priorità è rimettere in moto il 'tritacarne' per ridare la famosa fiducia ai famosi mercati. E nessuno di questi capi, nè tantomeno i loro sudditi, pensa di fermare la speculazione in atto perché è l'arma più efficace (vedi Grecia) per mettere all'angolo i paesi indebitati. Basterebbe obbligare la Bce ad acquistare i titoli di Stato direttamente sul mercato primario e a interessi bassi invece che farlo su quello secondario a speculazione già avvenuta. Insomma, c'è poco da festeggiare e più di qualcuno si accorgerà presto che non basta rompere un finestrino a un treno che a tutta velocità sta per schiantarsi contro la nostra democrazia e la nostra Costituzione...
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