di Giovanni Giorgetti

PERUGIA - Non riusciamo a comprendere come un Governo di cosiddetti ‘Tecnici’ non riesca a uscire dalla retorica delle manovre insistendo continuamente sulle accise sui carburanti.
La risposta potrebbe venire da una domanda che può apparire ‘retorica’… quando hanno fatto l’ultimo pieno personalmente alla propria auto?

Difficile rispondere, visto che parliamo di ‘privilegiati’ spesso con schiere di autisti.
Il prezzo della benzina rappresenta per gli italiani un fattore soprattutto psicologico. Proviamo a spiegarci.
Intanto la morfologia del Paese. Oltre 8000 comuni e dipendenti costretti a spostarsi per raggiungere il proprio posto di lavoro (quasi) esclusivamente in macchina, magari per soli 30-40 km al giorno. Impossibile andarci diversamente, visto che le zone industriali o commerciali sono normalmente non servite adeguatamente dai mezzi pubblici.

Inoltre, cosa ben più grave, per tutti coloro che con la macchina svolgono attivamente la propria attività. E parliamo dei venditori, dei rappresentanti, dei commerciali di aziende, degli imprenditori, dei consulenti… insomma di milioni e milioni di professionisti, manager e titolari di aziende che per sviluppare il proprio business sono costretti a spostarsi in auto per decine di migliaia di chilometri all’anno.
Per questi l’annuncio costante di un incremento del prezzo dei carburanti è un colpo ‘psicologico’ pesantissimo. E allora per risparmiare si rinuncia a spostarsi per visitare i clienti e i potenziali clienti!
Si perde così fatturato e clientela con la disperazione dei più!

Per non parlare degli effetti sul turismo locale. Sono dimezzate le gite domenicali e i week-end al mare e in montagna. Cresce solo il comparto eco-vacanziero.

Sono di recente tornato da un viaggio di lavoro in un’isola francese dell’oceano indiano. Il prezzo della benzina è uguale in tutti i distributori ed è stabilito dalla Prefettura locale: 1,58 euro al litro. E quello del gasolio è di 1,20 euro al litro. Mi dicevano gli abitanti che nei mesi scorsi la Prefettura aveva deciso un piccolo incremento. C’è stata la rivolta popolare per alcuni giorni… e quindi dietrofront e niente aumenti! Ma si sa, sono francesi…

Caro Presidente Monti, sappiamo del suo valore, della considerazione che il mondo economico internazionale ha nei suoi confronti e di quanti sforzi stia compiendo per risanare il nostro Paese.
Le ricordo, però, che gli italiani sono un grande popolo, hanno grandi capacità creative e comunicative, si riconoscono per classe e portamento in tutto il mondo… ma è anche un popolo che vive essenzialmente del fattore psicologico, differenziandosi dai tedeschi, dagli asiatici e dagli americani.

Tarparci le ali continuamente con il rigore (comunque inizialmente necessario) non ci farà tornare sulla via della crescita rapidamente. I carburanti sono il motore dell’economia… e se non ‘riparte’ saranno guai per tutti. Allora, se ha in mente di ridistribuire agli italiani onesti i proventi della lotta all’evasione, lo faccia riducendo costantemente il prezzo della benzina, del gasolio, del gpl e del metano… vedrà imprenditori e lavoratori andare a lavoro con il sorriso e magari potrà contribuire a far arrivare prima l’auspicata fase di crescita!

 

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