“Invitiamo tutte le forze del centro-sinistra umbro ed i gruppi consiliari della Regione Umbria a partecipare al 'Forum dei Beni Comuni' del 28 gennaio a Napoli, nella convinzione che, contrariamente a chi crede l'esito del referendum una cosa poco seria o addirittura un mezzo imbroglio, come il sottosegretario Polillo, sia giunto il tempo di porre all'ordine del giorno la ripubblicizzazione del servizio idrico nella nostra Regione e, progressivamente, di tutti i servizi pubblici locali, che alla luce del voto di 27 milioni di persone non possono
più considerarsi come economicamente rilevanti; la difesa dei beni comuni è una questione di democrazia, a cui il centro-sinistra umbro non può pensare di derogare”. È questa la proposta avanzata dal capogruppo di Rifondazione comunista – Fds a Palazzo Cesaroni Damiano Stufara, che annuncia l'adesione del suo gruppo al 'Forum dei Comuni per i Beni comuni' organizzato a Napoli dall'Amministrazione Comunale per “condividere la battaglia di coloro che in tutto il Paese hanno deciso di reagire alle violazioni del voto
referendario del giugno 2011 perpetrate in questi ultimi mesi dai governi Berlusconi e Monti”, auspicando che il Forum veda la partecipazione anche di tutte le forze del centro-sinistra umbro.

Per Stufara “la riproposizione nella finanziaria di agosto della 'privatizzazione forzata' dei servizi pubblici locali e la volontà espressa dal Governo Monti di reintrodurre la gestione concorrenziale anche nel settore dell'acqua sono il segno di una sostanziale sospensione della legalità, che offende la democrazia partecipativa e che determinerà di qui a poco un'autentica svendita di beni e servizi ancora di proprietà delle
amministrazioni locali, a cui verranno sottratti gli strumenti per l'effettivo governo del territorio. Anche in Umbria – continua - il presupposto secondo cui la gestione privata avrebbe portato i capitali necessari per rendere i servizi più efficienti ed economici è stato clamorosamente smentito dai fatti: i continui rincari delle tariffe, la crescita dell'indebitamento delle due società miste affidatarie del servizio idrico nella nostra Regione, le continue denunce dei comitati territoriali circa le loro inadempienze e irregolarità anche rispetto ai piani d'ambito vigenti impongono una decisa inversione di tendenza, nel rispetto della Costituzione e dell'autonomia decisionale e gestionale delle comunità locali”.

Secondo il capogruppo del Prc “il livello di decadimento della rete di distribuzione idrica, della rete fognaria e degli impianti di depurazione è giunto ad un punto tale da far pronosticare, nel Documento annuale di
programmazione del 2012, il rischio di un'ulteriore infrazione della direttiva europea in materia (la  91/27/CEE); se alla fine, per salvare la situazione, si ricorre sempre alle risorse pubbliche, che ci stanno a fare i privati dentro Umbra Acque e il Sii, se non a garantirsi i propri profitti?”

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