Arpa Umbria ha reso pubblico nel proprio sito internet www.arpa.umbria.it  tutte le informazioni relative ai controlli ambientali effettuati nel 2012 nelle discariche regionali umbre, tra le quali anche la discarica comunale  per rifiuti speciali di Belladanza a Città di Castello, la quale risultata la più inquinata dell’Umbria.  A Belladanza già nel 2010 e nel 2011, in alcuni pozzi della discarica e purtroppo anche in altri pozzi di privati cittadini, sono state rilevate la presenza di sostanze cancerogene molto pericolose per la salute umana come il tricloroetano, cloruro di vinile , trieline ed altri composti organoalogenati. Dietro a questi rilevamenti la Regione Umbria con deliberazione regionale N 657 del 05/06/12 ha indicato la località di Belladanza  come sito inquinato che necessita di interventi di bonifica e allo stesso tempo Arpa Umbria ha avviato  la procedura, estesa a tutto il 2012, di potenziale contaminazione delle falde acquifere. Grazie a questa nuova procedura di controllo si è potuto riscontrare un progressivo peggioramento dellecaratteristiche delle acque sotterranee, sia di composti organoalogenati (cloruro di vinile, tetraclorotilene, tricloroetilene, dicloropropano, cloroformio) che di solventi organici aromatici (Benzene, Etilbenzene, Toluene, Stirene e Xileni), oltre i limiti di concentrazione previsti dalla tabella 2, allegato 5, del D.Lgs 152/06. Anche i controlli effettuati da Arpa sulle acque di ruscellamento che sgorgano dalla discarica e si dirigono verso campi coltivati, zone boschive e verso l’attiguo torrente Gracciata, evidenziano  il superamento del valore limite di scarico sulle acque superficiali. Anche il torrente Gracciata affluente del fiume Tevere viene descritto come un luogo inquinato o comunque alterato, evidenziato dal mancato rispetto dei valori di soglia più restrittivi previsti per le acque destinate alla vita dei pesci.                                  
Il Nuovo Comitato, visto l’aggravarsi della situazione, chiede, ancora una volta pubblicamente al Sindaco Luciano Bacchetta di prendersi le proprie responsabilità in qualità di  Prima Autorità Sanitaria Locale Responsabile, occupandosi direttamente della gravissima situazione d’inquinamento della zona a sud di Città di Castello. Il Sindaco Luciano Bacchetta non può più delegare a assessori  o politicanti di turno questa gravissima situazione d’inquinamento delle falde acquifere, ormai corredata e certificata da dati e fatti oggettivi indiscutibili. Basta con chiacchiere sterili in consiglio comunale, basta con sopralluoghi improvvisati e fantomatici esperti  , basta con la sbandierata e mai attuata operazione trasparenza, basta far transitare messaggi di rassicurazioni dei cittadini , qui c’è in ballo la salute delle famiglie e il futuro dei nostri figli.  

Un futuro senza acqua che futuro è?!          

                                                                         
In qualità di Sindaco,  Luciano Bacchetta ha l’obbligo di rispondere alle istanze dei cittadini che lamentano, ormai da troppo tempo,  di sapere quale  sia la vera causa e responsabilità del gravissimo inquinamento delle falde acquifere che insistono, guarda caso, proprio sotto la discarica comunale e casomai ce ne fosse ancora bisogno, di dimostrare con prove alla mano per quale ragione la discarica comunale di Città di Castello non sia stata ancora considerata, dalle Istituzioni locali  preposte, la vera e unica causa dell’inquinamento delle falde acquifere in questione.  Il Nuovo Comitato suggerisce al Sindaco Bacchetta di prendere in considerazione, in base al sacrosanto Principio di Precauzione, di chiudere o sospendere l’impianto di Belladanza con tutti i vari progetti di ampliamenti connessi e inerenti ad essa, mettendo in pratica una sana politica di condotta cautelativa per quanto riguarda le decisioni politiche economiche previste per tutto il sito di Belladanza ed intervenire con estrema urgenza con bonifiche appropriate come indicato dalla Regione Umbria. Il Comitato,consigliato dai propri legali, inizierà a proprie spese il controllo di alcuni pozzi privati che non rientrano ancora nel piano di controllo Arpa, ma considerati  dai residenti ad alto rischio inquinamento. Non si escludono altre imminenti azioni legali.
 

Condividi