XFOLIGNO – E’ stata la proiezione del film Viaggio a Kandahar di Mohsen Makhmalbag e del film-documentario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo a suggerire agli studenti folignati gli spunti per riflettere sul tema del rispetto della dignità della donna.

Nell’ambito del progetto “Battiti di legalità” (promosso dalla Provincia di Perugia per sensibilizzare le giovani generazioni sul tema della legalità in accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale) nella città di Foligno infatti per l’intera settimana si sono snodati incontri e proiezioni per aprire un confronto con i giovani sulla discriminazione razziale, la lotta alla mafia e, appunto, la dignità della donna.

Ad essere coinvolti sono stati i ragazzi del Liceo Scientifico “G. Marconi” che al cinema Politeama Clarici, hanno assisitito alla doppia proiezione del film uscito nel 2001 sull’Afghanistan sotto il regime talebano e di un documentario sull’immagine che la televisione italiana sta dando in questo momento della donna.

Due mondi e due culture a confronto accomunati, come ha riflettuto Ornella Bellini, assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Perugia, dalla volontà di cancellare l’identità femminile. Nel primo caso attraverso uno dei simboli dell’integralismo islamico, il burka, attraverso il quale, come detto, “si opera una sorta di mutilazione morale della donna”. Nel secondo caso attraverso i tanti stereotipi femminili che la tv pubblica ci fornisce. “L’immagine della donna resa dalla televisione – sono state le parole di Ornella Bellini – è una falsificazione della realtà, costruita artificialmente solo a fini commerciali. Ma è una immagine che al tempo stesso offende le donne, che nella realtà hanno ruoli e identità ben diverse, e gli uomini che che nel mondo reale cercano nella donna tante altre componenti”.

Di fronte a questo fenomeno massmediologico, secondo l’assessore Bellini, i telespettatori dovrebbero indignarsi e, a partire proprio dai giovani, contestare usando a tal fine anche lo strumento dell’sms.

All’iniziativa ha partecipato anche Giommaria Monti, giornalista e scrittore, del quale è stato proiettato un frammento dell’intervista realizzata nel carcere di Ivrea al pakistano Mohammed Saleem, il padre di Hina, condannato a 30 anni di carcere per l'omicidio della figlia che voleva vivere “all’occidentale”.
Monti, rivolgendosi alle studentesse di Foligno ha detto di “non permettere che qualcuno possa utilizzare i vostri corpi e le vostre immagini”. Rivolgendosi ai ragazzi li ha invece esortati a rispettare il corpo delle donne “che non va mai violato neanche con lo sguardo”.

“Viviamo in un tempo in cui sia uomini che donne devono avere un bel corpo – ha sostenuto Cecilia Cristofori, sociologa dell’Università degli Studi di Perugia – ma un corpo senza idee e pensieri è solo carne”.

“Battiti di legalità” a Foligno è proseguita nei giorni successivi con la proiezione del film “La siciliana ribelle” di Marco Amenta che ha dato pretesto per ragionare su come “Combattere la mafia” assieme ad ospiti importanti, tra cui Rita Borsellino, parlamentare europeo e Salvatore Lo Leggio dell’Associazione “Libera Umbria”.
 

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