Azzeramento o morte
Di Ciuenlai - Cosa succederà il 7 di maggio in Consiglio Regionale è roba da maghi. Sicuramente ci sarà una lettera della Governatrice Catiuscia Marini che confermerà le dimissioni e si dovrà votare per accettarle o respingerle.
E qui viene il bello. Il Pd che, dopo l’uscita di Brega, da solo ha il 50°% dei seggi e l’intera maggioranza di centrosinistra, dovranno pronunciarsi con un si con un no. Dovranno cioè confermarle o respingerle. L’astensione non è ammessa perché, come al Senato, è considerata voto contrario e quindi una opzione per la riconferma della Governatrice. Il gruppo Pd e la maggioranza sono quindi di fronte ad un dilemma che è apparentemente insolubile.
La conferma delle dimissioni si porta dietro un inevitabile giudizio negativo sull’operato complessivo della Giunta. Hai voglia a dire che ci sono tanti provvedimenti positivi da salvare . Se mandi a casa la Presidente, la percezione del “popolino” sarà quella del fallimento ; punto.
Se invece vengono respinte con una inevitabile difesa della’attuale amministrazione, il Pd deve prepararsi ad una lunga campagna sul “poltronismo” e sull’attaccamento al potere , che verrà annusato come l’unico progetto a cui tiene questo partito e questa maggioranza. A Perugia direbbero “come fè ne manca ‘n pezzo”. E in questo quadro, a complicare le cose, c’è il fatto che la dirigenza del Pd si è ufficialmente chiamata fuori dall’indicare una strada. Il nazionale e il regionale hanno fatto sapere che accetteranno qualsiasi decisione il gruppo consiliare assumerà. “Cioè se, per assurdo – dice un Consigliere democratico – decidiamo di respingerle con un documento che, come faceva Berlusconi, attacca” la magistratura ad orologeria e i poteri occulti che tramano contro questa amministrazione, andrebbe bene?”.
Scherzi a parte non è facile uscire da una situazione cercando di salvare qualcosa nella gestione di questi ultimi decenni di Palazzo Donini. Perché non c’è solo “Concorsopoli”. Ci sono i dati economici che sono peggiori di quelli nazionali che a loro volta sono i peggiori ‘Europa. C’è una situazione infrastrutturale che è drammaticamente peggiorata su strade, ferrovie e aeroporto per le scelte sbagliate fatte negli ultimi 15/20 anni. C’è, infine, una diminuzione delle prestazioni e dell’efficienza di tutti i servizi a fronte di un aumento costante di tariffe, tasse e balzelli vari. Senza un adeguata autocritica su tutto, non solo sul contingente sanitario, ripartire sarà impossibile.
Continuare a “tirare a campare” con storielle del tipo “si è dimessa lei non l’abbiamo dimessa noi”, “abbiamo fatto anche cose buone” porta solo al raggiungimento di un inevitabile ruolo di irrilevanza. E in questo senso, Il 7 maggio è forse l’ultima occasione per dirigenza regionale del PD e maggioranza di centrosinistra per iniziare un nuovo e alternativo percorso. Ma per dimostrare che il vecchio sistema è morto, sul tavolo non ci devono essere solo le dimissioni della Marini ma di tutto il partito e dell’ intero gruppo dirigente.
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