PERUGIA – La Terza Commissione del Consiglio regionale ha avviato stamani l'analisi del “Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali” sul quale deve esprimere parere obbligatorio. Il documento, composto da 410 articoli, riunisce tutte le normative inerenti le materie trattate come richiesto dalla legge “8/2011” sulla Semplificazione amministrativa.

Vengono abrogate 9 leggi regionali, eliminate formulazioni superate perché ancorate a leggi precedentemente in vigore e rivista in modo significativo la contabilità, fino ad oggi regolata dalla obsoleta legge “51/'95”, che prevede ancora le lire, mentre la normativa contrattuale e quella sugli appalti resta disciplinata a livello nazionale.

“E' stato fatto un ottimo lavoro – ha commentato il presidente della Terza commissione Massimo Buconi – ottenendo un testo unico da più di cento leggi regionali intervenute a normare la Sanità negli ultimi quaranta anni. Ciò consentirà di definire meglio le procedure riguardanti l'assistenza sanitaria e l'organizzazione del Servizio regionale”.

In questa prima fase di approfondimento del documento, le prime osservazioni dei consiglieri regionali hanno riguardato l'articolo 105, sul diritto di accesso all'assistenza sanitaria per i cittadini appartenenti a uno stato dell'Unione europea presenti in Umbria e sulla possibilità di beneficiare degli interventi sanitari per gli apolidi, i rifugiati e i profughi “ove non usufruiscano di più favorevoli o analoghi benefici in forza della normativa europea, statale e regionale”. Con l'articolo 105 la Regione “garantisce altresì l'assistenza ospedaliera all'estero ai cittadini italiani iscritti nell'elenco degli assistiti”.

Il consigliere Gianluca Cirignoni (Umbria popolare-Ncd) ha chiesto “in base a quale normativa europea i cittadini Ue godano dei diritti richiamati e se è effettiva la reciprocità delle cure per gli assistiti umbri negli altri Paesi”, quindi di definire meglio, all'interno del testo di legge sul quale dovrà esprimersi la commissione, la questione della reciprocità e conoscere con esattezza la normativa europea di riferimento, che nel testo non viene indicata.

Anche Rocco Valentino (FI) ha chiesto di approfondire i dettami dell'articolo 105: “C'è scritto – ha osservato il consigliere – 'presenti sul territorio regionale', non residenti, per cui si intravede il rischio che, ad esempio, gli stranieri vengano ad operarsi in Umbria se nel loro paese non possono permetterselo, con le conseguenze facilmente intuibili per quanto riguarda il problema delle liste di attesa”.

Il presidente Buconi ha quindi sospeso i lavori per consentire agli uffici di Giunta e Consiglio regionale di fare le necessarie verifiche in merito alle richieste di chiarimenti emerse dai consiglieri.

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