Dopo il decreto per mitigare l’aumento del prezzo dei carburanti, la scelta dell’auto diventa sempre più importante. Ibride, elettriche, ma anche le alimentazioni tradizionali nuove e usate di nuova generazione, possono perlomeno contribuire a contenere i consumi. Ma qual è la fotografia in Italia?

Le vendite di auto ibride ed elettriche stanno crescendo sensibilmente, tanto da rappresentare nei primi due mesi dell’anno ben il 41,2% sul totale di auto nuove (al netto del noleggio). Inoltre, nel 2021 il parco auto circolante di auto ibride ed elettriche in Umbria, rispetto al 2020, è quasi raddoppiato (+80,6%), passando da 7.228 vetture a ben 13.053. Eppure, secondo l’analisi del Centro Studi di AutoScout24 su base dati ACI - Automobile Club d'Italia, il parco circolante nel 2021 nella regione resta comunque datato e obsoleto, nonostante si registrino piccoli miglioramenti.

Delle 645.183 auto in circolazione, le ibride ed elettriche rappresentano solo il 2% (nel 2020 era dell’1,1%), con le elettriche che si fermano allo 0,2%. Ma non è una questione di alimentazione, dato che molti modelli benzina o diesel di nuova generazione hanno un impatto “ridotto” sull’ambiente e sui consumi. Infatti, dall’analisi di AutoScout24, alla bassa penetrazione delle auto “elettrificate” si aggiunge un parco circolante che vede 190.885 vetture (29,6% del totale) con una classe di emissioni Euro 3 o inferiore, con 59.701 addirittura Euro 0 (9,3%). Anche considerando l’età media, quasi quattro auto su dieci (37,9%) hanno 15 anni o più.

Sicuramente la strada è quella corretta ma ancora lunga per un rinnovo radicale, frenato al momento anche dalle vicende di stretta attualità come la carenza dei microchip che ha colpito soprattutto il nuovo e la delicata situazione politica internazionale. Una cosa è certa. In questo momento per i consumatori il fattore economico resta prioritario, ed è per questo che gli incentivi per l’acquisto di auto nuove da un lato e l’ampia disponibilità di auto usate di nuova generazione sul mercato digitale, che permette di acquistare vetture di qualità a prezzi più “contenuti”, possono favorire questo percorso di “svecchiamento”. Su AutoScout24, infatti, oltre alle vetture nuove, ben il 58% dell’usato presente è Euro 6 e quasi sei su dieci hanno 5 anni o meno. Qual è la fotografia a livello provinciale? Partiamo dalle auto ibride ed elettriche.

Nelle province di Perugia e Terni le ibride ed elettriche rappresentano solo il 2% rispetto al totale delle auto in circolazione. E se si considerano solo le “elettriche”, non si va oltre lo 0,2% di Perugia. Comunque, rispetto al 2020 Perugia e Terni hanno registrato una crescita rispettivamente del +79,3% e +85%.

E se guardiamo la classe di emissioni? Il tasso più alto di vetture “meno green”, ovvero con una classe Euro 3 o inferiore, si registra a Terni con il 31,4% sul totale delle auto in circolazione nella provincia. Segue di poco Perugia con il 29%. Se si considerano solo le auto più inquinanti Euro 0, è sempre Terni la provincia con il valore percentuale più alto (9,5%) mentre dal punto di vista quantitativo al primo posto troviamo Perugia, dove circolano 44.757 Euro 0.

“L’analisi di AutoScout24 ha confermato come il parco circolante italiano sia sempre datato, quindi poco sicuro e inquinante –afferma Sergio Lanfranchi, Centro Studi di AutoScout24– Ci sono stati piccoli passi in avanti, soprattutto sul fronte delle ibride ed elettriche, ma con questo trend ci vorranno anni per avere un rinnovo importante e significativo. Per questo, oltre alla spinta del mercato del nuovo, dove gli incentivi giocano un ruolo importante, il cambiamento può essere sostenuto anche dall’offerta di auto usate di nuova generazione presente sul web, e in particolare sui marketplace. Un parco auto digitale veloce e facilmente accessibile, che offre un’ampia gamma di autovetture di qualità per tutti i budget, comprese le auto usate elettriche e ibride. Su AutoScout24, infatti, ben il 58% dell’usato presente è Euro 6 e quasi sei su dieci hanno 5 anni o meno. Senza contare la disponibilità immediata, un netto vantaggio rispetto al mercato del nuovo penalizzato dalla crisi dei microchip.”

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