ROMA - L’antica sapienza greca riconosce allo sguardo, prima ancora che alla parola, una valenza di matrice dell'identità umana. Eraclito disse “Cercai di decifrare me stesso, ma la trama nascosta è più forte di quella visibile”. Le persone con autismo, “spettro estremamente vario di condizioni biologiche e ambientali, sono accomunate da una particolare difficoltà nell’esplorazione di Sé e del mondo esterno, perché ipersensibili e vulnerabili alle emozioni, come chi ha la pelle molto chiara lo è rispetto al sole. Fin da bambina Temple Grandin, nota Asperger con grande passione e competenza per gli animali e per la meccanica, avvertiva un gran bisogno di essere abbracciata e al tempo stesso ne aveva il terrore. Tale dicotomia, in varia misura presente in tutti gli esseri umani, assumeva in lei una forma così dolorosa che si costruì una macchina per gli abbracci, per avere un contenimento senza esporsi allo spaesamento della relazione”. A parlarne è Roberto Boccalon, direttore de ll’Istituto di Psicoterapia Espressiva e docente dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, che interverrà al convegno ‘Autismo: un futuro nell’arte. Quando il talento supera la disabilità’, promosso dall’onorevole Paola Binetti lunedì 15 gennaio nella Sala della Regina della Camera dei deputati, in Piazza Montecitorio a Roma dalle ore 14.30.

“I materiali artistici possono offrire l'opportunità di vivere una relazione, a suo modo oggettuale. Il processo creativo può costituire un ‘work in regress’- spiega lo psichiatra- nel senso di un processo psicodinamico di regressione funzionale all’Io. Il rapporto con i materiali, con i prodotti estetici in cui si trasformano, con gli sguardi che li riconoscono e li valorizzano, aumenta l’autostima e può offrire al soggetto, autistico e non, un’alternativa possibile alla macchina degli abbracci”.

La psichiatria e la psicoanalisi si sono variamente occupate dell’arte, “ma il loro sguardo ha rischiato, talora, di leggerla come reattivo diagnostico o tecnica terapeutica, invece di coglierne il profilo trasversale e concorrere allo sviluppo di un ambiente favorevole dove anche gli artisti outsider potessero esprimere il loro talento. L’obiettivo del convegno romano- conclude Boccalon- sarà quindi sia quello di portare lo sguardo dell’arte nel lavoro terapeutico e oltre, sia di vedere l’artista senza la lente deformata della malattia”.

Al convegno saranno presenti studiosi nazionali e internazionali, a partire da François Ansermet, psichiatra, psicoanalista e professore dell’Università di Ginevra e Losanna, e nel corso del pomeriggio saranno mostrate le opere dei ragazzi autistici dell’atelier Ultrablu di Roma.

Per partecipare sarà necessario accreditarsi entro il 12 gennaio all’indirizzo binetti.stampa@gmail.com.

Si ricorda che è obbligatorio presentare un documento di riconoscimento e, per gli uomini, indossare la giacca. 

 

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