di Fabrizio Salvatori

L’austerità senza limiti rischia di peggiorare la situazione. È questo il messaggio politico inserito nel Rapporto 2013 sul Coordinamento della Finanza Pubblica, elaborato dalla Corte dei Conti. “L’adozione di una linea severa di austerità non ha, peraltro, impedito che gli obiettivi programmatici assunti all’inizio della legislatura fossero mancati”, anzi “è stata, essa stessa, una rilevante concausa dell’avvitamento verso la recessione”.

È quanto si legge nelle conclusioni del Rapporto, presentato ieri dal presidente Luigi Giampaolino, che fa riferimento all’ultima legislatura (2008-2013, di cui l’ultimo anno di governo tecnico) e punta il dito contro “il mancato conseguimento del programmato pareggio di bilancio, con un indebitamento netto risultato alla fine di quasi 50 miliardi più elevato dell’obiettivo originario”.

Per il nostro Paese – secondo il Rapporto - gli ultimi anni sono costati 230 miliardi di mancata crescita del Pil, la caduta del gettito fiscale che ha portato nelle casse dello Stato “quasi 90 miliardi in meno della proiezione”, senza peraltro una riduzione della pressione fiscale, che dal 2009 è aumentata “di oltre un punto in termini di Pil” a livelli “incompatibili con le esigenze della crescita”.
 

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