PERUGIA – Si è svolta questa mattina a Palazzo Cesaroni l'audizione convocata dalla Prima commissione dell'Assemblea legislativa, presieduta da Oliviero Dottorini, sulla proposta di legge di iniziativa popolare che punta a modificare l'ordinamento del servizio sanitario regionale (http://bit.ly/1GAB1es). Dagli interventi è emersa la richiesta di riconoscere il ruolo e l'autonomia, anche finanziaria, dei distretti sanitari, di garantire servizi e assistenza adeguata anche ai cittadini dei territori marginali e di verificare se i malati, una volta usciti dagli ospedali, dispongono di servizi adeguati. Hanno partecipato all'audizione Isabella Marchino (vicesindaco di Montegabbione), Elisabetta Cascelli (assessore sanità e politiche sociali del Comune di Ferentillo), Miranda Parroni (Tribunale per i diritti del malato di Perugia) e Giuseppe Mascio (presidente Consiglio comunale di Terni).

GLI INTERVENTI.
ISABELLA MARCHINO: “Devono essere riconosciuti ruolo e funzioni dei distretti sanitari, assicurando una gestione coordinata delle risorse e un budget di distretto per agevolare la programmazione. Non si può fare riferimento alla spesa storica perché la situazione epidemiologica e sociale dei territori muta di anno in anno. Positiva la previsione dei Comitati di distretto per coinvolgere i cittadini e il riconoscimento di un ruolo attivo dei distretti nella gestione dei finanziamenti”.
ELISABETTA CASCELLI: “la presenza del servizio sanitario sul territorio è fondamentale. Sia nella legge attuale che nella proposta popolare si fa riferimento alle Case della salute, che però tendono ad accentuare i servizi medici in un unico luogo, a danno dei territori marginali e dei piccoli borghi. Nelle aree interne e nei piccoli comuni questo tipo di organizzazione non è efficace mentre andrebbe sperimentata la telemedicina, che potrebbe servire a risparmiare quei fondi di cui hanno bisogno i servizi territoriali ed anche gli ospedali”.
MIRANDA PARRONI: “la proposta di legge è positiva, dato che i cittadini hanno bisogno di avere accesso ai servizi sanitari sui territori. Servono verifiche serie sul livello di assistenza garantito ai malati una volta dimessi dagli ospedali, dato che i singoli distretti non sono in grado di fornire sempre le prestazioni necessarie. Nelle zone marginali, quelle più lontane dalle città e meno servite, servono medici e strutture attrezzate per le emergenze. Bisogna ridurre gli sprechi e ottimizzare l'organizzazione per recuperare risorse da dedicare anche alla riduzione delle liste d'attesa. La sanità umbra non va benissimo per tutti, ma solo per le persone importanti che vengono raccomandate ai primari. Servono verifiche anche per evitare che siano lasciati gli specializzandi (che sono ancora medici in formazione) a garantire i servizi”.
GIUSEPPE MASCIO: “Il Consiglio comunale di Terni ha approvato un documento, che lascio alla Commissione, che condivide alcuni passaggi della proposta di legge popolare, di cui peraltro sono uno dei sottoscrittori. Partiamo comunque da un sistema sanitario di alto livello, che non ha bisogno di aprire altri ospedali ma di ridare ossigeno ai territori, conferendo autonomia, anche finanziaria, ai distretti”.

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