Audizione in Consiglio regionale su riforma Auri: l'intervento di Legambiente
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E' positivo che si organizzi un Sistema Umbro per la gestione dei rifiuti e del servizio idrico – riporta la nota di Legambiente Umbria, che questa mattina è stata ascoltata dalla I Commissione consiliare regionale in merito al disegno di legge che prevede la soppressione degli Ambiti Territoriali Integrati (ATI) e l'istituzione dell'Autorità Umbra per Rifiuti e Idrico (AURI) – perché si potrà avere quella visione generale di sistema, che fino ad oggi è mancata. E' necessario però che l'interesse pubblico generale insieme alla sostenibilità ambientale e alla gestione delle risorse naturali siano considerati prioritari, allo stesso modo dell'efficienza e dell'economicità del servizio ai cittadini.
Infatti se la scelta della Giunta regionale va nella direzione della semplificazione e riorganizzazione, con l'intento di ridurre i costi di funzionamento per avere maggiori economie di scala e tariffe ridotte per i cittadini, è altrettanto vero che nella riorganizzazione della nuova Autorità Umbra per Rifiuti e Idrico, occorrerà considerare anche eventuali effetti negativi sull'ambiente nel medio e nel lungo periodo come ad esempio i limiti morfologici della distribuzione idrica e la scarsità di risorse e il mancato raggiungimento di obiettivi virtuosi nella gestione dei rifiuti.
La proposta di legge ribadisce la natura pubblica dell'acqua - non sarebbe potuto essere diversamente visti gli esiti del referendum - ma nulla si dice sul modello gestionale e non esclude la possibilità di una gestione della risorsa pubblica acqua da parte dei privati. E' chiaro a tutti noi, ma è opportuno ricordarlo, il problema dell'acqua non è solo legato alla proprietà della risorsa idrica, ma anche e soprattutto al modello di gestione attuato. Su questo, secondo Legambiente Umbria, occorre un atto di coraggio da parte del Consiglio regionale e della Giunta: questa deve essere l'occasione per introdurre una proposta di gestione della nostra acqua davvero pubblica e innovativa, a cominciare dal ribadire che la gestione delle risorse idriche deve essere affidata a soggetti di diritto pubblico, in conformità con i principi riconosciuti dalla giurisprudenza comunitaria.
L'AURI una volta costituito, sarà chiamato ad adottare le previsioni dei piani di ambito già approvati definitivamente ma è necessario che venga stabilita fin da ora una tempistica per l'approvazione del piano d'ambito regionale, dichiarando anche che la pianificazione va aggiornata in base alle direttive nazionali e agli obiettivi dell'Europa 2020. Infatti la costituzione di questa nuova autorità non deve diventare un'ulteriore "scusa" per non applicare i piani già adottati e ritardare ulteriormente gli obiettivi previsti dalle norme nazionali.
Inadeguate, secondo Legambiente Umbria, le norme che regolano il funzionamento dell’assemblea dell'AURI e che garantiscono maggior rappresentatività e quindi maggior peso decisionale ai comuni che rappresentano la maggioranza della popolazione. Perché dovrebbero contare di meno nell'assemblea proprio quelli comuni più virtuosi che molto spesso sono proprio quelli di piccole o medie dimensioni? Ed è per questo che l'associazione ambientalista propone invece che la legge preveda modalità di funzionamento dell’assemblea che tengano conto, non solamente della popolazione, ma soprattutto del territorio e delle politiche virtuose in tema di gestione del servizio idrico e dei rifiuti adottate dai comuni. Basterebbe copiare a questo proposito quello che ha previsto la Regione Toscana, dove gli ATO hanno un sistema di voto ponderato che tiene conto di criteri quali la quantità di rifiuti urbani e assimilati prodotti nel comune rappresentato, la quantità degli stessi rifiuti raccolti in maniera differenziata ed avviati al recupero, la quantità di rifiuti trattati nel proprio territorio ecc.
Infine nel suo intervento in Commissione Consiliare, Legambiente Umbria ha chiesto che nella Consulta degli utenti venga considerata la rappresentanza di interessi più generali come la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse naturali, prevedendo quindi anche la presenza di rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
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