Attesa fiduciosa del Comitato No Cave Gualdo Tadino per la sentenza del Tar
Il Comitato No Cave di Gualdo Tadino attende con grande serenità e fiducia la sentenza del TAR dell’Umbria sul ricorso da noi presentato insieme a Legambiente Umbria contro la decisione dell’Amministrazione comunale di riaprire le cave di Vaccara.
Confidiamo che le ragioni profonde che sono alla base della nostra battaglia possano essere tenute nella dovuta considerazione dalla magistratura amministrativa il cui collegio giudicante si è riunito alla presenza delle parti lo scorso 22 giugno.
Ricapitoliamo dunque le motivazioni che ci hanno condotto a questa lotta nell’interesse esclusivo dei gualdesi e dei loro beni comuni:
1- Crediamo che la procedura deliberativa che ha infine portato alla riapertura delle cave abbia posto in essere gravi vizi di legittimità;
2- In una situazione in cui anche in Umbria i canoni di concessione per le attività estrattive sono minime e risibili, le ricadute economiche per l’amministrazione comunale previste nell’accordo con l’impresa sono altrettanto minime e risibili e, per quanto rifuggiamo dalla cultura della monetizzazione dei beni comuni, non sono neanche lontanamente commensurabili con gli ingenti profitti che l’attività renderà all’impresa;
3- Anche sotto il profilo delle ricadute occupazionali, 3 posti di lavoro, si tratta di un intervento risibile che garantisce solo i profitti dell’impresa;
4- La giustificazione del risanamento ambientale è altrettanto risibile quando si consente di estrarre materiale venti volte di più di quanto fu consentito alle imprese che in precedenza avevano la concessione e le cui attività sono state infine chiuse a seguito di inchieste e di controlli e non senza ingenti, gravi e riconosciuti danni all’ambiente;
5- L’attività estrattiva avviene in un contesto ambientale di pregio già reso fragilissimo dalle precedenti attività e, soprattutto, interessa un’area in cui insiste una delle più importanti falde acquifere dell’Umbria;
6- L’attività estrattiva in queste cave dove in precedenza si sono prodotti seri movimenti franosi danneggiando uno dei siti archeologici più importanti dell’Umbria, Colle I Mori, torna con modalità ancora più invasive ed impattanti ad essere consentita nelle immediate pertinenze di quest’area di assoluto pregio storico e culturale, con presumibile grave danno futuro;
7- Crediamo che le attività di controllo e le garanzie previste nella convenzione stipulata tra Comune ed impresa siano del tutto inadeguate ed insufficienti a salvaguardare i già minimi e largamente opinabili obiettivi del cosiddetto risanamento;
8- Le attività di movimentazione e di trasporto dei materiali pongono grave pregiudizio alla qualità della vita dei cittadini che risiedono nelle immediate vicinanze del sito e lungo le traiettorie dell’ingente traffico prodotto dai camion e dalle macchine operatrici.
Il Comitato No Cave di Gualdo Tadino considera fondamentale questa battaglia per il futuro della nostra Città, affinché la crisi economica, ecologica e sociale che stiamo vivendo possa essere superata attraverso la lotta per un nuovo modello di sviluppo che neghi definitivamente i soprusi ambientali e consideri una ricchezza i beni comuni, un obiettivo la qualità della vita dei cittadini e gli strumenti il ricorso alle fonti rinnovabili di energia e la riconversione ecologica dell’economia.
Il Comitato No Cave-Per la Green economy chiede anche che venga immediatamente istituita la Conferenza di partecipazione sui temi energetici ed ambientali così come decisa dal consiglio comunale di Gualdo Tadino cui anche a noi sarà possibile portare contributi. Tale conferenza è importante sia perché ogni scelta futura sull’ambiente avvenga in trasparenza, nell’interesse generale della comunità e secondo modalità democratiche di partecipazione, sia perché, evitando in futuro ennesimi atti di saccheggio del nostro territorio, si possa ricostruire insieme e da subito una sfida concreta sulle rinnovabili da cui tutta la comunità e la stessa Amministrazione locale possano trarre vantaggi, ambientali ed economici, molto più tangibili e seri di quelli offerti dall’ulteriore smembramento di un pezzo di montagna gualdese.
Il Comitato No Cave comunica infine che nei prossimi giorni si adopererà, in rete con altri sodalizi della nostra Regione, per opporsi contro la sciagurata norma anticomitati scovata tra le pieghe della manovra finanziaria e che prevede di raddoppiare, da 2000 a 4000 euro, il contributo da pagare per chiunque voglia ricorrere al Tar contro provvedimenti adottati nell’ambito delle procedure di affidamento per lavori pubblici, servizi o forniture. E’ una norma vessatoria che va a colpire soprattutto tutti quei cittadini italiani che, come noi, si mobilitano per una giusta causa e per preservare il più possibile l’ambiente dalla rapina e dal saccheggio cui ci hanno abituati.
Gianluca Graciolini
Massimiliano Parlanti
Marco Rogo
Gianluigi Tacchi
Eugenio Viventi
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