E pensare che meno di un mese fa, quando i tedeschi della Thyssenkrupp vendettero l'AST agli italiani di Arvedi sembrava l'apoteosi della felicità. A salire sul carro del vincitore per primi furono i politici, di entrambi i sessi e colori politici. Felici di consegnare industria e città alla italianissima Arvedi. Anche il sindacato mostrava soddisfazione, non tutto, sia chiaro. Qualche vecchio soindacalista che ci ha vissuto dentro la fabbrica, puntava il dito su alcune situazioni che occorreva chiarire al più presto, perchè tutto è facile sulle ali dell'entusiasmo, poi a bocce ferme diventa più problematico mettere a posto i tasselli, chiedere spiegazioni, parlare di piani industriali, capire che fine faranno i pezzi collegati di AST.

Ci sono situazioni che occorre chiarire ed occorre farlo a MISE insieme alla nuova proprietà che per ora ha solo cambiato il responsabile della comunicazione per la tutela amientale. Su quelle che sono le strategie, il futuro, e purtroppo anche il presente c'è il silenzio. Il Dem Verini fa interpellanza: chiede di sapere come vanno le cose, azioni, studi, strategie di mercato, occupazione. Fa sorridere la risposta data dalla viceministro Alessandra Todde. Invece oltre a esortare a guardare con favore il completamento dell’operazione, la pentastellata ha solo sottolineato che l’acciaiere del Nord si consoliderà tra i principali player europei del settore. Mai silenzio migliore fu scritto, insomma.

Oggi sulla vendita/vertenza AST interviene la FIOM ternana: "Sulla vertenza Ast continuiamo a perdere tempo e i pericoli sono ancora tutti sul tavolo, interlocuzioni informali e riservate non bastano più perché la situazione di incertezza è insostenibile per i lavoratori". È quanto si legge nel documento approvato dall’assemblea generale della Fiom Cgil di Terni, che si è riunita presso la Camera del Lavoro. Le tute blu Cgil condividono dunque la preoccupazione espressa da Cgil, Cisl e Uil territoriali sulla inerzia delle istituzioni dopo la conferenza regionale di Palazzo Gazzoli: “Aver ascoltato e, ci sembrava, aver condiviso le preoccupazioni che i metalmeccanici hanno esposto, non è servito a nulla - si legge nel documento della Fiom - tanto meno alla necessaria convocazione di un tavolo al Mise, che non si è mai aperto da quando il Governo è in carica. Sarebbe utile capire - prosegue la Fiom - se la presidente Tesei e il sindaco Latini non riescono ad interloquire con il collega di partito Giorgetti, o peggio, ci parlano, ma registrano l’indisponibilità del ministro all’incontro”. 

Ad ogni modo, per la Fiom Cgil di Terni non è possibile attendere oltre con le mani in mano: “Siamo pronti anche alla mobilitazione - conclude il sindacato - visto che lo stato di agitazione ancora non è stato ritirato".
 

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