TERNI - Il 22 Marzo 2016 non verrà certo annoverato come un passaggio risolutivo delle vicende dell' AST di Terni; quello che tutti aspettavano come un incontro di verifica in sede ministeriale che avrebbe dovuto far chiarezza sulla situazione in cui versa lo stabilimento, non ha invece prodotto alcuna nuova consapevolezza, nulla di nuovo rispetto alle dichiarazioni dell' Amministratrice del mese di Febbraio , nessuna evidenza sui troppi nodi irrisolti e sottovalutati.

Un incontro svoltosi con diverse assenze: quella del Ministro Guidi che probabilmente ha giudicato il tavolo di poca importanza,  (come se le sorti dell’acciaieria di Terni, unitamente a tutto il comparto della siderurgia nazionale insieme Taranto e Piombino siano un elemento secondario );  Assenti  le istituzioni locali, anche se presenti  fisicamente, che uscendo dal Mise hanno prontamente rivendicato il proprio ruolo di arbitri tra lavoratori e multinazionale,  come se le maestranze e le prospettive di un intero territorio non fossero elementi preminenti su cui investire il proprio ruolo politico per la  tutela occupazionale e produttiva .

Assente anche la parola fine della "riorganizzazione", tema questo non  approfondito quanto dovuto , forse perchè ancora una volta si è scelto di consegnare al Bord di Essen l’ultima parola.

Lucia Morselli ha parlato di obbiettivi raggiunti, situazione economica messa in sicurezza e riorganizzazione appunto terminata. Della stessa opinione non sembra essere Peter Saurer, il quale smentisce in parte le affermazioni dell'amministratore uscente  affermando che la riorganizzazione in Thyssenkrupp non è certo conclusa. A cosa si riferisce? Al gruppo TK  o solo di AST? Questo nodo non viene sciolto e sembra che al momento non si abbia nemmeno l'intenzione di affrontarlo. 

Assente di turno anche l'unità sindacale le cui contrapposizioni territoriali non sembrano sciogliersi neanche di fronte ad un passaggio così delicato: l’assenza di  un comunicato unitario appesantisce ulteriormente un clima già teso che di certo non giova alla vicenda,  poiché rafforza ulteriormente le prerogative dell’azienda, frantumando il fronte della rappresentanza.

Ma la più grande assenza rappresenta la mancata garanzia delle certezze occupazionali, dei volumi, della qualità delle produzioni e del futuro di reparti come Titania che vive una situazione che va oltre l'incertezza ormai da mesi , della quantità degli investimenti e dei tempi per la loro realizzazione. Pesa come un macigno inoltre la risoluzione dei noti problemi ambientali dentro e fuori la fabbrica, troppo spesso citati ed  altrettanto puntualmente  evasi .

Unica certezza è quella che i lavoratori non hanno  e non  avranno ancora per un bel pò, in barba al contratto nazionale,  garantita la loro professionalità  ed i loro salario, con l'aggravante di dover ancora sopportare l' arroganza di confindustria  che si sottrae alla firma di un nuovo contratto  collettivo  ponendo veti riguardo gli adeguamenti salariali. 

Rifondazione Comunista e il circolo Lavoratori di AST giudicano inconsistenti le garanzie offerte dai vertici aziendali, prontamente sostenute dagli amministratori locali e regionali. Riteniamo alto il rischio di un ulteriore tentativo di indebolire la struttura produttiva, dequalificare la forza lavoro e le condizioni salariali, riteniamo pertanto necessario tenere alto il livello di guardia ed incalzare tutti gli attori in campo al fine di ottenere  chiarezza ai lavoratori e alla città di Terni circa a il futuro dello stabilimento e delle produzioni, oltre alle prevedibili dichiarazioni di rito di cui la città avrebbe volentieri fatto a meno.

Partito della Rifondazione Comunistra

Federazione di Terni

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