Arriva dopo oltre dieci anni “l’adeguamento delle tariffe delle strutture sanitarie e sociosanitarie di assistenza territoriale extraospedaliera residenziali e semiresidenziali”. “Con questo atto - commentano Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl - la Regione Umbria riconosce alle imprese che operano nel settore un adeguato corrispettivo economico, in grado di garantire buoni standard dei livelli di assistenza. Si tratta di un provvedimento rivendicato da molti anni dalle organizzazioni sindacali e il cui ritardo è stato causa di molte criticità, sia per gli attori coinvolti che per l’utenza".
Il mancato adeguamento, infatti, ha determinato negli anni, secondo i sindacati, un peggioramento delle condizioni di lavoro per chi opera nel settore, che si è caratterizzato più volte per la predisposizione, ad opera delle stazioni appaltanti, di bandi di gara che hanno lasciato spazio all’ingresso di operatori poco credibili e che hanno contribuito a destrutturare “anche contrattualmente” un settore che svolge un ruolo chiave nell’assistenza dei più bisognosi.
“A questo punto chiederemo un incontro alle centrali cooperative - annunciano Michele Agnani (Fp Cgil), Valerio Natili (Fisascat Cisl) e Monica Di Angelo (Uil Fpl) - al fine di riprendere quella contrattazione integrativa territoriale che nella nostra regione è ferma da venti anni, una contrattazione territoriale che si rende necessaria al fine di riconoscere ai tanti operatori ed operatrici un adeguato trattamento economico”. Secondo i sindacati, infatti, con l’adeguamento delle tariffe il sistema cooperativo non ha più alibi per non concedere un confronto che porti a determinare condizioni di miglioramento economico a partire dal superamento degli stati di crisi che prevedono decurtazioni anche del 6% degli stipendi soci lavoratori, i quali versano da anni queste cifre per sostenere le proprie cooperative in difficoltà.
"L’adeguamento delle rette - insistono Agnani, Natili e Di Angelo - oltre a portare beneficio agli attori imprenditoriali, dovrà necessariamente garantire un miglioramento della qualità dei servizi in linea con gli standard previsti e garantire agli utenti servizi all’altezza delle aspettative".
Fp Cgil, Fisascat Cisl e Uil Fpl chiedono inoltre alla Regione Umbria di aprire una "vera fase di confronto e contrattazione, per determinare regole certe che portino ad una legge regionale sugli appalti che sia in grado di far uscire il settore dalla logica (o per meglio dire “illogica") del massimo ribasso. “Una legge che tenga conto della possibilità di utilizzare gli accreditamenti e la coprogettazione - spiegano - rendendo esigibile la clausola sociale, al fine di garantire l’occupazione e le professionalità acquisite nel settore. Altro elemento non più rinviabile è il coinvolgimento concreto delle organizzazioni sindacali anche con confronti in anticipo sui bandi di gara. A tal proposito nei prossimi giorni faremo partire richieste d’incontro sia nei confronti delle centrali cooperative che dell’amministrazione regionale, per capire più nel dettaglio l’entità delle risorse elargite, i tempi di elargizione e l’utilizzo che ne verrà fatto, che per noi - concludono i tre sindacati - significa miglioramento dei servizi e miglioramento delle condizioni economiche e di chi lavora sul settore”. 
 

Condividi