ASSISI - "C'è un acuto bisogno oggi, come in pochi altri momenti della storia recente, di una ripresa di slancio ideale e di un senso morale". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando ad Assisi durante un incontro con il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.

"Nel dialogo tra credenti e non credenti io rappresento, nella funzione che attualmente esercito al vertice delle istituzioni, gli uni e gli altri come cittadini, come italiani, e tendo ad unirli. A ciò corrisponde il mio mandato, così come lo interpreto e lo vivo".

Il capo dello Stato ha sottolineato come "in questa Italia travagliata" ci sia bisogno di dialogo, proprio di quello tra credenti e non credenti. E anche che "dalla schiettezza del dialogo possono venire stimoli e un rilancio morale del Paese e che oggi ne ha bisogno come in pochi altri momenti da quando ha ritrovato la libertà". Le questioni, ha aggiunto, vanno affrontate "fuori da antitetiche rigidità pregiudiziali. Abbiamo bisogno dello spirito di Assisi".

"La società italiana sta attraversando una fase di profonda incertezza e inquietudine, nella quale forse sarebbe da rivisitare e da affermare più fortemente la nozione di bene comune e quella di interesse generale", ha denunciato Napolitano secondo il quale bisogna "suscitare tra gli italiani una più diffusa presa di coscienza e mobilitazione morale e civile". "La profonda incertezza e inquietudine esistente nasce certamente dall'asprezza delle prove alle quali l'Italia è sottoposta per effetto della crisi". Ma "quel che in Italia acuisce l'incertezza e produce grave disorientamento è l'inadeguatezza del quadro politico" percorso da "spinte centrifughe e tendenze alla frammentazione". Per non parlare "dei fenomeni di degrado del costume e di scivolamento nell'illegalità che, insieme ad annose inefficenze istituzionali e amministrative, provocano un fuorviante rifiuto della politica". Occorre allora "una larghissima assunzione di responsabilità ad ogni livello della società, in funzione dei cambiamenti divenuti indispensabili non solo nel modo di essere delle istituzioni ma nei comportamenti individuali e collettivi".

"Al di là della materia del contendere, di cui in italia ce n'è anche troppa, dovrebbe esserci una materia non contendibile, cioè l'individuazione di interessi vitali. Questo è essenziale per il nostro futuro", ha aggiunto il presidente della Repubblica, secondo il quale però "l'individuazione di un nucleo comune" di valori "sembra un'impresa quasi impossibile". Poi ha avvertito: "Se non ci ancoriamo a grandi valori, saremo costretti sempre a logiche di contrapposizione sterile e reciproca delegittimazione. Un clima - ha concluso - che sta diventando soffocante per il nostro Paese e la nostra società". "Si è perso il senso del futuro, non se ne parla più. C'è un rimpicciolirsi degli orizzonti, anche dell'orizzonte delle reazioni dei singoli e dei gruppi sociali rispetto a ciò che accade".

Il Capo dello Stato ha spiegato che non si tratta di chiedere "un'assenza di diversità" o una mancanza "di conflittualità". Ma bisogna uscire da "un grandissimo equivoco" che rallenta l'Italia, e cioè che "se si intravede un ponte, il solo tentare di attraversarlo, significa in Italia rinunciare alle proprie convinzioni". L'invito alle forze politiche è dunque quello di attraversare i ponti in nome "del bene comune e dell'interesse generale", che sono "valori essenziali ed obiettivi indivisibili". Napolitano ha quindi ricordato l'esempio americano dove pur esistendo "forti contrapposizioni tra le forze politiche e una chiara logica dell'alternanza" sanno trovare "il nucleo comune".

Il mondo laico italiano, nelle sue personalità più famose e influenti, ha sempre mostrato "senso di misura e di rispetto", ha ricordato il presidente. Poi, riassumendo le parole di Benedetto Croce, ha osservato che da quelle parole bisogna cogliere "il senso di misura e di rispetto che ha caratterizzato l'atteggiamento di personalità tra le maggiori del mondo laico italiano verso la sfera della fede e il patto religioso". Infatti, secondo Napolitano, in Italia è stata forte la consapevolezza "di un senso del limite e di un'apertura della nostra tradizione laica, che hanno favorito un clima di dialogo e di comprensione, più che in altri paesi dell'Europa occidentale, tra credenti e non credenti".

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