Assisi/Lavori in Piazza del Vescovado:nessun interesse per la storia della città
Mi unisco alle considerazioni di Enrico Sciamanna e Carlo Cianetti relative alla recente riapertura al traffico della piazza del Vescovado. Sciamanna, nel suo intervento, fa un’amara riflessione sulla reale efficienza e buona fede di chi ha la responsabilità della cura della città. Cianetti critica l’operazione di bitumatura della piazza. Non si può che concordare con loro.
In un incontro con il vicesindaco Tonino Lunghi l’8 giugno avevamo chiesto un intervento tempestivo per evitare che la piazza del Vescovado subisse trasformazioni. “Non certo sulla base del gusto personale - come dice Sciamanna - bensì perché non se ne stravolgessero le caratteristiche fin qui conservate e, senza farle perdere la sua funzionalità, se ne rispettasse la storia, pur tenendo conto dei costi”.
Avevamo già chiesto in precedenza al responsabile delle opere pubbliche Stefano Nodessi chiarimenti sull’evoluzione dei lavori in Piazza del Vescovado, interessandoci in particolar modo la “fine” delle antiche pietre, nel caso queste non venissero più utilizzate (scelta che ci sembrava profondamente errata). Stefano Nodessi ci aveva risposto con un criptico “si comunica che, con i fondi attualmente disponibili, si provvederà a sistemare la rete di smaltimento delle acque chiare e scure, allo smontaggio e rimontaggio dei marciapiedi laterali, al ripristino delle quote originali della piazza”. Non riuscendo a cogliere il significato della risposta di Nodessi, abbiamo deciso di rivolgerci a Lunghi, che si impegnò con noi a interessarsi perché l’esistente non venisse stravolto. Lunghi concordava con noi sulla questione, ma c’era un contratto già operante, ci disse, e quindi non sarebbe stato facile…
Oggi possiamo dire che il nostro tentativo di fermare lo scempio non ha sortito - è evidente - alcun risultato. Il nostro “grido di dolore” non è stato ascoltato, tutto è continuato come se nulla fosse, il contratto firmato dall’amministrazione comunale con la ditta che sta eseguendo i lavori è stato rispettato: asfaltatura al centro e anonima pietra sotto gli alberi. Nessuna perplessità, nessun dubbio sfiora dunque la nostra amministrazione comunale. Non c’è che dire: l’incomprensibile ragionamento di Nodessi corrisponde in pieno all’incomprensibile operato di tutta l’amministrazione. Dunque chi ha la responsabilità della cura della città non ha interesse per essa. Il rispetto per il luogo in cui si è svolto un fondamentale episodio della storia assisana doveva essere una priorità. Ma forse l’attuale amministrazione non conosce la storia di Assisi…
Oggi Ricci dice che la piazza verrà ripavimentata con i soldi del comune, che l’asfalto è solo temporaneo: “L’amministrazione comunale provvederà con proprie risorse (visto che i fondi del terremoto non sono disponibili) per concludere la ripavimentazione in pietra e mattoni, con alto pregio complessivo”. Ma che senso ha rimandare a domani quello che poteva essere fatto subito? Che significato ha, sia dal punto di vista economico che da quello della tutela dell’ambiente (di cui questa amministrazione va tanto fiera…), sfasciare un lavoro appena fatto? Non è che l’asfaltatura è diventata provvisoria dopo che “i soliti che ancora sono in campagna elettorale”, come ci definisce Ricci, hanno fatto sentire la loro voce?
E se anche venisse in una seconda fase ripavimentata la piazza, l’amministrazione comunale non ha risposto alle altre nostre domande, che non mi resta che ripetere:
1. Perché si è deciso di sostituire le pietre bianche e rosa della pavimentazione laterale?
2. Perché non si è previsto il reimpianto di alberi in sostituzione di quelli sradicati?
3. Che fine hanno fatto o faranno le pietre avulse della preesistente pavimentazione?
E ne vorrei aggiungere un’altra:
4. Se la sostituzione delle vecchie pietre della pavimentazione laterale faceva parte del contratto, chi è il genio che ha pensato e firmato tale contratto? Con chi si è consultato per sottoscrivere una scelta così geniale?
Francesca Vignoli
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