ASSISI - Il museo dell'Olocausto di Gerusalemme Yad Vashem ha conferito a madre Giuseppina Biviglia, abbadessa del monastero delle clarisse di San Quirico, ad Assisi, durante la seconda guerra mondiale, il riconoscimento di "Giusto fra le nazioni" per aver salvato numerosi ebrei anche
a rischio della sua vita.
 

Lo riferisce una nota dello stesso Monastero, diffusa dall'ufficio stampa dei Frati Minori di Assisi.
 

Madre Giuseppina (Serrone di Foligno 31 marzo 1897-31 marzo 1991) entro' in monastero nel 1922 e guido' la comunita' come madre abbadessa negli anni 1942-1945, 1945-1948, 1964-1967, 1967-1970. Lascio' nel libro delle memorie del monastero i suoi ricordi del periodo bellico: "...Mentre fino dal settembre 1943 s'intensificava l'offesa aerea anglo-americana sull'Italia con somma sorpresa di tutti, mentre in patria incrudivano persecuzioni politiche, vendette personali e ordini odiosi venivano spiccati contro Ebrei e soldati ligi allo spirito dell'armistizio, i nostri Istituti divenivano luogo di rifugio agli sbandati, ai perseguitati politici, ai fuggitivi, agli Ebrei, agli evasi dai campi di concentramento. Ne ebbe la sua parte il nostro Monastero. Superfluo dire che incapaci noi stesse di capire quanto avveniva in tanta confusione, si obbediva solo a un sentimento che sorgeva spontaneo di volta in volta che si presentavano dei disgraziati: davanti al dolore di ciascuno avrebbe taciuto ogni velleita' di giudizio, anche se avessimo saputo darne uno: la pieta' avrebbe in ogni caso trionfato come trionfo'".

 

"Dalla testimonianza che, in spirito di clariana semplicita', madre Giuseppina ha lasciato di quegli anni tumultuosi, traiamo un insegnamento  prezioso e sempre attuale: la carita' non si ferma davanti alle barriere politiche o etniche erette dal peccato umano": e' quanto osservano i francescani dell'Ordine dei Frati Minori di Assisi, commentando il riconoscimento di "Giusto fra le nazioni" conferito dal museo dell'Olocausto di Gerusalemme Yad Vashem a madre Giuseppina Biviglia.
 

"Cosi' il cristiano - proseguono i frati - nel fare il bene, e'
sempre guidato dall'amore per Dio e per il prossimo".

 

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