ASSISI – Senza lavoro e senza casa. Una figlia che non vede da 15 anni e due matrimoni finiti. La prima moglie, purtroppo è scomparsa qualche anno fa, con la seconda è finita da poche settimane. E l’unico tetto che ora può permettersi di avere è quello di una cabina della Telecom.

E’ la triste storia di Antonio Santoro, disoccupato da diverso tempo e senza mezzi per sbarcare il lunario. La sua “dimora” adesso è quella della stazione ferroviaria. Perché alla Caritas non c’è più posto. Ma la dignità resiste. Così come l’intenzione di non arrendersi.“Se trovo un lavoro mi rimbocco le maniche e riparto. La casa, poi, me la cerco da solo”. Parole che fanno venire la pelle d’oca. Come quelle scritte al Presidente della Repubblica, il quale ha risposto con una nota di incoraggiamento. “Voglio riprendermi la mia vita -dice Antonio- per riuscire e rivedere mia figlia che è in grave difficoltà, malata di cuore e che non vedo più da tanti anni”. Un fiume di disperazione che sembra non avere fine e che non può più trovare spazio dentro una cabine telefonica.

La crisi economica, in tutta questa vicenda angosciante, è stata l’elemento che ha determinato l’inizio della fine. Venuto ad Assisi negli anni del terremoto, Antonio ero impegnato nella formazione di operai edili per la ricostruzione della città. Tutto sembrava filare liscio, ma tre anni fa la bufera finanziaria lo investe e gli porta via tutto.

Ora il problema più grande è il lavoro. Senza dimenticare che tra meno di un mese la Telecom manderà in pensione le cabine telefoniche ritirandole dal territorio. La solidarietà ad Antonio non manca, ma serve un’occupazione e al più presto. Almeno per ridargli il sorriso e la possibilità di riabbracciare sua figlia.
 

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