Articolo UNO Umbria sostiene da tempo che, contrariamente a quanto sinora fatto dalla Giunta Regionale, la riorganizzazione delle strutture sanitarie pubbliche per fronteggiare la attuale seconda ondata della pandemia e per porre le basi per una più forte ed efficiente sanità pubblica regionale, deve realizzare una netta separazione tra strutture dedicate al Covid e le quelle dedicate alle altre terapie.

Le scelte operate ancora di recente dalla Giunta Regionale che vanno in direzione opposta devono essere quanto prima sospese e rimosse; un esempio per tutti riguarda la chiusura della RSA ‘Casa dell’Amicizia Seppilli’ presso l’ex-Grocco  di Perugia per destinare quegli spazi ad un reparto Covid, che coabita pericolosamente con le altre essenziali attività sanitarie ospitate presso questa struttura.

D’altra parte anche le scelte che la Giunta Regionale si appresta a fare in merito all’uso di strutture sanitarie preesistenti e al momento non in funzione, devono andare nella direzione detta; è quindi più che corretta la richiesta formulata dalle forze di opposizione in Consiglio Regionale e in Consiglio Comunale di riattivare alcuni padiglioni dell’ex-ospedale di Monteluce (Via del Giochetto) riconvertendole a strutture dedicate al trattamento dei malati Covid, ciò al fine primario di alleggerire la pressione sugli ospedali che sta raggiungendo velocemente il limite di tenuta. 

Altre ipotesi che si sono affacciate sono invece da evitare assolutamente; ci si riferisce in particolare alla ex clinica privata di Porta Sole, sia per la sua inadeguatezza logistica vista l’ubicazione nell’acropoli di Perugia con grandissime difficoltà di accesso, sia perché l’investimento pubblico che dovrà essere fatto deve andare a favore di una struttura di proprietà pubblica come Monteluce perché è il sistema sanitario pubblico che va rafforzato e non certo quello privato, come in diverse e molteplici forme sta facendo questa Giunta Regionale.

La Presidente Tesei, con il supporto dell’onnipresente Bertolaso, ha annunciato ora l’ennesimo piano, quello attuale lo chiamano “di salvaguardia” e il nome indica che si sta prefigurando il peggio.

La produzione di piani che ha caratterizzato questa amministrazione regionale è inversamente proporzionale ai risultati conseguiti, come dimostra lo stato di crisi drammatica in cui si trova ora il sistema sanitario umbro.

Vedremo i contenuti di questo ulteriore piano, ma subito si pone una domanda.

Vista la mozione votata unitariamente da maggioranza e opposizione nell’ultima seduta del Consiglio regionale, che impegnava l’Esecutivo e l’Assemblea legislativa dell’Umbria ad un “lavoro comune contro un nemico comune” per affrontare e superare l’emergenza sanitaria Covid-19, questo piano è stato almeno oggetto di un confronto preventivo con le opposizioni, ovvero tiene conto delle indicazioni e proposte formulate dall’opposizione?

Attendiamo risposta.

Condividi