di Fabio Sebastiani

Sull’Articolo 18 il Governo è pronto ad usare lo stesso schema delle pensioni, ovvero il “si fa e basta”. Stavolta, però, l’ultimatum non è rivolto ai sindacati, da cui Monti non incasserà alcun via libera, ma ai partiti, o meglio, sarebbe il caso di dire, alla maggioranza parlamentare che sostiene l’esecutivo. L’obiettivo, nemmeno tanto velato, è quello di spaccare il Pd. Per essere un governo tecnico, non c’è che dire. L’arte della guerra l’ha appresa in pochi mesi.

Punta di lancia dell’offensiva è, manco a farlo apposta, il ministro del Lavoro (sporco) Elsa, alias “madonninachepiange”, Fornero. “Se ci sarà accordo solo su una riforma che il Governo non giudica buona - sentenzia - il Governo si assumerà la responsabilità di andare avanti e il Parlamento si assumerà la responsabnilità di appoggiarlo o meno”. In poche parole, l’esecutivo va dritto dritto verso la fiducia su una riforma “ammazzadiritti” e sulla distruzione della cassa integrazione.

Nelle parole di Fornero, la riforma degli ammortizzatori sociali è sicuramente “un passaggio difficile” da affrontare nel confronto con le parti sociali. Poi però aggiunge: “È vero che i sindacati rispetto alla presentazione fatta dal Governo non hanno accolto le proposte con grande favore ma d’altro canto non abbiamo neanche moltissime risorse da mettere in campo”. Come risponde il Pd? “Dice bene Fornero:il partito Democratico appoggerà una buona riforma - afferma il portavoce Pier Luigi Bersani - .Naturalmente la valuteremo confrontandola con le nostre proposte. Quel che ci vuole è un buon accordo perchè i mesi difficili che abbiamo davanti devono essere affrontati con il cambiamento, con l’innovazione e con la coesione sociale”.

Fonte: controlacrisi.org

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