Aria-Acea vuole bruciare rifiuti urbani nella conca ternana, no del Prc
TERNI - L'istanza presentata da Aria SpA, società del Gruppo Acea, per ottenere l'autorizzazione a bruciare altri rifiuti oltre al pulper, presso l'inceneritore di sua proprietà collocato a Maratta, rappresenta un atto di estrema gravità per il futuro della gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra regione, che rischia di fare carta straccia dell'impegno a non incenerire i rifiuti urbani prodotti nel territorio, sancito dalla modifica del Piano d'Ambito dell'ATI 4 a fine 2012.
Dopo il voto del Consiglio regionale in favore della produzione del combustibile derivante dai rifiuti (CSS),nel febbraio di quest’anno, e dopo la richiesta del 25 Marzo scorso da parte del Sindaco Di Girolamo, in qualità di Presidente del CAL, di differire il raggiungimento dell'obiettivo del 65% di raccolta differenziata dal 2015 al 2020, siamo di fronte ad una nuova, inaccettabile smentita del percorso fatto in questi anni per il superamento della stagione dell'incenerimento a Terni ed in Umbria e per l'adozione della strategia “Rifiuti Zero”.
La richiesta avanzata da Aria-Acea risulta ancor più paradossale se si considera che il Comune di Terni, appena un anno fa, in occasione della Valutazione Ambientale Strategia in merito al Piano Regionale per la Qualità dell'Aria, esprimeva il proprio impegno ad opporsi al rinnovo delle autorizzazioni per impianti, come gli inceneritori,giudicati estranei alle attività produttive locali, nonché a chiederne la loro delocalizzazione.
Questi fatti rivelano la profonda ambiguità alla base del “nuovo corso” del centrosinistra locale, che si appresta a governare la città, svelando al contempo la ragion d'essere di molte delle liste che ne fanno parte. E' il caso de “Il Giacinto” e del ruolo che si accinge ad esercitare il suo ispiratore, Franco Mangialardi, ex braccio destro di Luigi Agarini e, con questi, protagonista della sciagurata avventura imprenditoriale di TAD Energia Ambiente, fino al 2006 proprietaria dell'inceneritore in cui oggi si vogliono tornare a bruciare i rifiuti.
Un discorso a parte merita anche la lista “Progetto Terni”, il cui impegno programmatico (presente come “opzione” anche nel progetto per la città del Sindaco Di Girolamo), è lo “sviluppo della ASM mediante quotazione in Borsa”.
È bene ricordare che il servizio di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani ed assimilati della provincia ternana, che ha visto presentarsi alla gara la sola cordata capitanata da ASM, risulta ad oggi non ancora affidato. Malgrado l’urgenza,visti i bassi risultati della raccolta differenziata,si passa da un rinvio all’altro.
Uno scenario che veda, nei prossimi mesi,l'affidamento del servizio, previa finanziarizzazione dell'ASM, magari con una partecipazione azionaria da parte di Aria-Acea ed il conferimento di ruoli dirigenziali alle figure ispiratrici di tali scelte nella gestione dell'inceneritore di Maratta, opportunamente autorizzato a bruciare i CSS, è tutta’altro che improbabile. Esso disegna un'unica, complessa trama, dalla quale esce dalla porta di servizio la speranza di una politica al servizio della città, in favore dei lobbisti di turno.
Non è un caso che l'istanza per la modifica dell'AIA sia stata presentata da Aria-Acea il giorno dopo i ballottaggi; una scelta dovuta non solo all'esigenza politica di non turbare i delicati equilibri del centrosinistra ternano, ma forse legata anche all'esito del ballottaggio nel Comune di Gubbio, dove sembra chiudersi la porta all'utilizzo dei cementifici per l'incenerimento dei rifiuti.
Questi sviluppi confermano la giustezza della scelta del Partito della Rifondazione Comunista di Terni di non sostenere la coalizione di centrosinistra locale, dove le ragioni della riconversione ambientale dell'economia locale e della partecipazione della popolazione alle scelte, vengono inesorabilmente piegate alle logiche del profitto e della speculazione. Logiche evidenziatesi con forza, come detto, da inizio anno in Regione e che si apprestano a trovare degna espressione tanto nella futura giunta comunale quanto nella riorganizzazione delle società, sia pubbliche che private, operanti a Terni nel settore energetico ed ambientale.
È ormai evidente il solco tracciato dai sostenitori di un modello di sviluppo del territorio ambientalmente, socialmente ed economicamente insostenibile, rispetto alle aspettative della cittadinanza, che adesso devono tradursi in una forte e rinnovata opposizione politica e sociale. Chi è complice di questo sistema va combattuto senza remore di sorta. Chi, a sinistra, è stato troppo distratto per accorgersi di quanto è avvenuto in seno alla coalizione che ha riconfermato Di Girolamo Sindaco di Terni, rinnovando l'alleanza “senza se e senza ma” con il Partito Democratico, è bene che rifletta sul proprio ruolo e la propria identità.
Il Partito della Rifondazione Comunista di Terni, nel rinnovare il suo impegno a contrastare ogni ipotesi di incenerimento dei rifiuti, ritiene indispensabile una ripresa della mobilitazione locale e regionale per scongiurare il realizzarsi dello scenario evocato dalla richiesta di Aria-Acea di bruciare i rifiuti nell'inceneritore di Maratta. Il duro lavoro svolto in questi anni dai militanti del PRC e da tutto il fronte ambientalista non va vanificato con un pericoloso ritorno al peggiore passato.
Per il Sindaco di Terni,la futura amministrazione comunale e la sua maggioranza, è già il tempo delle risposte.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Terni
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