PERUGIA – “La Regione Umbria sin dai giorni successivi al riconoscimento dei territori di Terni e Narni quali aree di crisi complessa ha coinvolto nel percorso gli attori istituzionali, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali”: lo afferma il vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria e assessore allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, relativamente al presunto mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nelle procedure e nelle attività di programmazione degli interventi finalizzati all’accordo di programma di riconversione e riqualificazione dell’area di crisi complessa di Terni e Narni.         

“Come  noto – prosegue l’assessore -  la Regione Umbria ha costituito, con delibera di Giunta regionale,  un Comitato Istituzionale, ancorché questo non fosse espressamente previsto dalla normativa,  proprio per  favorire un puntuale coinvolgimento di tutti gli attori locali. Da ottobre ad oggi il Comitato si è riunito più volte a regolari intervalli di tempo con l’obiettivo di consolidare livelli di informazione e consapevolezza in merito all’avanzamento delle procedure amministrative e di programmazione degli interventi. Solo da ultimo – ha aggiunto Paparelli - , anche alla luce della necessità di individuare sia il bacino dei lavoratori da reimpiegare, nell’ambito dei territori dell’area di crisi, sia con riferimento alla individuazione degli indirizzi di massima relativi alla gestione di processi di riconversione dell’area, la Regione  ha informato i  sindacati sui contenuti delle  proposte regionali convocandoli ad  un incontro che si è svolto il 24 maggio scorso, propedeutico alla riunione del Comitato istituzionale tenutosi lo scorso 29 maggio alla presenza di tutti i soggetti coinvolti. A seguito di tali incontri le organizzazioni sindacati – ricorda Paparelli - hanno rimesso una nota pervenuta il 1 giungo di cui la Regione ha tenuto conto ai fini della definizione degli indirizzi  poi deliberati dalla Giunta regionale il 7 giugno e successivamente inviati al Ministero”.

“Sorprendono, dunque – sottolinea l’assessore -  le argomentazioni fornite oggi alla stampa da parte deI sindacati, specie in un contesto in cui la Regione ha più volte rappresentato una chiara visione di politica industriale trasferita negli atti formali di indirizzo già a partire dall’istanza con cui è stato richiesto il riconoscimento dell’area di crisi complessa. Politiche industriali – evidenzia Paparelli - che mettono al centro delle strategie di sviluppo sia i temi di rilevanza settoriale, legali alla presenza di grandi imprese nei settori della chimica, della metallurgia e dell’agroalimentare, sia una forte attenzione alle ‘pmi’ locali. Altrettanta importanza viene attribuita  ai temi di natura orizzontale che attengono alla qualità dello sviluppo e alla sua sostenibilità come gli investimenti ambientali, le misure per l’efficientamento energetico e dal punto di vista delle infrastrutture, una forte connotazione con i fabbisogni del sistema produttivo”.

 “Coerenza che ispira anche la prospettiva legata alla qualificazione delle risorse umane e al ruolo dell’Università come centrale per uno sviluppo connotato da elementi fortemente innovativi. Quanto al ruolo delle piccole e medie imprese più e più volte, sia nel contesto degli incontri istituzionali, sia in quelle relativo a iniziative promosse da una pluralità di soggetti, si è affermata – sottolinea l’assessore - la centralità dei sistemi produttivi locali, concentrando risorse regionali per 10 milioni di euro specificamente finalizzate allo sviluppo delle piccole imprese,  in un contesto di coerenza con i paradigmi e indirizzi nazionali di industria 4.0. Giova infine rappresentare - aggiunge l’assessore - che le procedure ampiamente note a tutti gli attori sociali prevedono,  nel caso di aree di crisi complessa,  l'emanazione da parte di Invitalia, quale soggetto gestore delle procedure,  di una Call finalizzata a rilevare le intenzioni di investimento relative ai programmi di sviluppo delle imprese interessate. Tale strumento è a supporto della programmazione che sarà portata all’attenzione di tutti gli attori sociali, prima e contestualmente, alla definizione dei Piani di riconversione e riqualificazione e dell’accordo di programma”.

“La concessione di contributi pubblici per lo sviluppo delle imprese, come noto, - ha concluso Paparelli - resta sempre ispirata a principi di trasparenza, parità di accesso e merito, attraverso l’emanazione di avvisi pubblici sia da parte della Regione,  relativamente ai 35 milioni di euro programmati per lo sviluppo delle imprese, sia da parte degli altri soggetti interessati”.  

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