PERUGIA - La Prima commissione dell’Assemblea legislativa, presieduta da Andrea Smacchi, ha approvato a maggioranza la proposta di risoluzione che ha come oggetto l’apertura di un tavolo con il Governo nazionale per richiedere ulteriori forme di autonomia per la Regione Umbria.

La Commissione si è riunita dopo una ulteriore fase di partecipazione pubblica sull’atto di indirizzo, convocata dopo l’approvazione (http://www.consiglio.regione.umbria.it/informazione/notizie-acs/prima-co...) delle proposte di modifica avanzate dal consigliere Morroni (FI), ed ha registrato il consenso di tutti i componenti e l’astensione “tecnica”, per ulteriori approfondimenti sul testo, del consigliere Valerio Mancini (Lega).

Approvato anche un emendamento con il quale si stabilisce che della delegazione che dovrà condurre la negoziazione con l’Esecutivo nazionale facciano parte la presidente della Giunta, la presidente dell’Assemblea legislativa, e presidente e vicepresidente della Prima commissione. Il relatore in Aula del provvedimento sarà il presidente Smacchi (https://youtu.be/2OHob8QAHuA(link is external)).

Nella PROPOSTA DI RISOLUZIONE si impegna inoltre la presidente della Giunta a proseguire nel rapporto di collaborazione avviato con la Regione Marche e a tenere conto dell'istanza del Cal con cui si condivide il percorso insieme alle Regioni Toscana e Lazio. Si stabilisce inoltre che con il Governo sia definito il complesso delle competenze legislative e amministrative nelle materie per le quali si chiedono ulteriori forme di autonomia e che, nelle more dell'intesa, si lavori ad una più precisa definizione delle richieste sui temi oggetto di negoziato e delle forme di finanziamento, da sottoporre poi all'esame della competente Commissione consiliare e dell’Aula. Il presidente della Giunta dovrà periodicamente informare l’Assemblea legislativa sull’andamento del negoziato e sull’esito finale. Infine, prima della firma definitiva dell’accordo, dovranno essere attivate, anche in collaborazione con la Prima commissione, forme e modalità di coinvolgimento degli enti locali, delle parti sociali e dei soggetti interessati.

Il DOCUMENTO è stato illustrato in una precedente seduta di Commissione dall’assessore Antonio Bartolini: “L’attivazione delle procedure per l’attribuzione all’Umbria di ulteriori forme e condizioni di autonomia è fatta in base all’ex articolo 116 della Costituzione. In base a questa norma costituzionale ALTRE REGIONI come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono già arrivate ad una preintesa con il Governo. Altre Regioni si sono mosse: Liguria, Piemonte e Campania, e più di recente si stanno muovendo Marche e Toscana. Oggi avviamo questo percorso in Umbria. E lo faremo, anche su richiesta del Cal, cercando di condurre il negoziato insieme alle REGIONI CONFINANTI in modo da poter avviare politiche di filiera comune, coordinare politiche macroregionali. Con le Marche abbiamo già avviato il percorso, ma contiamo di poterlo fare anche con Toscana e Lazio. In Conferenza delle Regioni abbiamo condiviso il concetto di AUTONOMIA DIFFERENZIATA, che non vuol dire allargamento di tutte le competenze, ma richiedere autonomia su materie dove puoi dare valore aggiunto, dove siamo un riferimento a livello nazionale come regione capofila. In sostanza chiediamo autonomia su settori qualificanti, su MATERIE in cui abbiamo eccellenze: UMBRIA VERDE, la ‘ grande bellezza’, con la tutela e la valorizzazione del paesaggio e dei beni culturali; la ‘LEVA DEL SAPERE’, con il sistema della formazione e istruzione che è una vera e propria eccellenza umbra; la SALUTE, campo nel quale da diversi anni siamo inseriti stabilmente tra le regioni benchmark ed abbiamo i conti a posto; PROTEZIONE CIVILE, PREVENZIONE SISMICA, rigenerazione urbana e infrastrutture, tema particolarmente attuale, dove siamo un punto di riferimento per le soluzioni sperimentate nella ricostruzione dopo il 1997. A queste materie, insieme alle Marche, vorremmo aggiungere il tema dell’AUTONOMIA FINANZIARIA. Ovviamente l’autonomia su ogni tema può essere chiesta dal punto di vista legislativo e/o amministrativo. Ed ESEMPIO potremmo chiedere una cooperazione rafforzata amministrativa nella gestione dei beni culturali, maggiore cooperazione con la soprintendenza, più competenza sulla valorizzazione dei beni culturali in funzione dello sviluppo turistico. Per la leva del sapere servirebbe maggiore flessibilità per poter partecipare, ad esempio, a progetti di fondazioni che vorrebbero sponsorizzare scuole superiori sull’innovazione digitale per portare avanti politiche di sviluppo e assunzionali. Sulla salute basti pensare alle liste d’attesa, che potrebbero essere risolte con maggiore flessibilità nella gestione del personale, cosa che attualmente ci è impedita da eccessivi vincoli di budget. Per la ricostruzione c’è l’esempio delle autorizzazioni sismiche sulle quali abbiamo lavorato nella scorsa legislatura per una maggiore semplificazione che poi è stata bocciata dalla Corte Costituzionale”. 

 

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