PERUGIA- “La Regione Umbria dal 2002 ha avviato un percorso finalizzato a garantire elevati livelli qualitativi delle residenze protette, fissando degli standard di eccellenza che valorizzano la qualità delle strutture, tanto che, in alcuni casi, sono stati proprio i gestori delle stesse ad evidenziare gli elevati costi per il loro raggiungimento”. A sostenerlo è l'assessore regionale alla sanità, Franco Tomassoni, in risposta ad alcuni articoli di stampa.

“In merito alle notizie sulla non conformità delle residenze socio-sanitarie per anziani non autosufficienti operanti in Umbria va precisato - ha detto Tomassoni - che nel territorio il totale delle residenze protette, autorizzate o accreditate dal Servizio sanitario regionale e' di 50, e che queste ospitano complessivamente 2.227 anziani non autosufficienti.

Dai Nas sono arrivate 7 segnalazioni di non conformità (4 nel 2010 e 3 nel 2011), di cui 6 relative a residenze protette che ospitavano un numero di utenti superiore a quello autorizzato, che in un caso era relativo ad un solo ospite, mentre per altre strutture il numero era più elevato. Allo stato attuale, alcune di queste situazioni risultano sanate”.

“Oltre al numero di utenti superiore a quello autorizzato (6 segnalazioni)- spiega ancora Tomassoni-, in un caso la non conformità riguardava una ringhiera non a norma. Pertanto - continua l'assessore - allo stato attuale non risultano alla Direzione sanità della Regione Umbria, chiusure effettuate dai Nas per strutture socio-sanitarie autorizzate e accreditate”.

Concludendo Tomassoni ha ricordato che “attualmente le residenze protette in Umbria garantiscono gli standard strutturali ed organizzativi conformi alle disposizioni della legge regionale e che l'Azienda sanitaria effettua una vigilanza costante e che con i 'Nas' c'è una positiva collaborazione”.
 

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