Gli anziani non sono uno scarto della comunità, serve un nuovo Welfare
Una platea di oltre 200 persone ha preso parte ieri al Sacro Convento di Assisi al convegno “Verso un nuovo welfare per la terza età”, organizzato da Cna Pensionati Umbria e da Confcooperative Umbria per aprire il confronto sul presente e sul futuro della riforma dei servizi agli anziani prevista dalla legge delega 33/2023 recentemente approvata.
Relatori autorevoli hanno portato i loro contributi, legati da un tratto comune: declino demografico e invecchiamento della popolazione cambieranno la nostra società e la nostra economia, imponendone un ripensamento non solo in termini di assistenza verso gli anziani.
Nel suo intervento di apertura, Fabiano Coletti, presidente di Cna Pensionati Umbria, è partito proprio dal quadro demografico: in Umbria gli ultra 65enni che oggi rappresentano circa il 29% della popolazione, potrebbero arrivare fra qualche anno, secondo le stime del centro di ricerca nazionale CRESME, al 37%, mentre la popolazione in età lavorativa scenderà al 34%. Una transizione demografica che, ribadisce Coletti, richiederà il cambio radicale di tutti i servizi pubblici, a partire da quelli socio-sanitari.
I principi cardine della riforma sono stati illustrati dal senatore Franco Zaffini, relatore del provvedimento durante i lavori parlamentari. Da qui a un anno, ha ricordato Zaffini, il Governo dovrà dare attuazione a quanto previsto dalla legge, partendo da un punto fermo: agli anziani va garantito il diritto alla continuità di vita e di cure il più a lungo possibile presso la propria abitazione, senza sradicamenti dalla propria comunità. Zaffini ha sottolineato il fatto che cure e assistenza “di prossimità” – che vanno pensati non come sostitutivi, ma come integrativi di altri servizi, a partire da quelli residenziali - oltre a essere più efficaci, permettono anche una razionalizzazione dei costi, perché scongiurano i tanti ricoveri impropri, le lunghe degenze, gli accessi al pronto soccorso.
L’intervento di mons. Vincenzo Paglia, presidente della commissione governativa per la riforma dell’assistenza agli anziani, ha ricostruito le motivazioni e lo spirito che hanno condotto alla definizione della riforma, ribadendo alcuni principi. A partire dagli anziani come risorsa per la comunità, e non come “scarto”, come persone che svolgono un ruolo attivo nelle famiglie e nella società e di cui la società deve prendersi avvalendosi delle risorse sul territorio, per raggiungere gli anziani nel loro contesto e con formule innovative: perché non è possibile rispondere a nuove esigenze con vecchi strumenti.
Attivazione delle risorse del territorio per fare rete e garantire il diritto al permanere nei posti di vita della popolazione anziana è quanto affermato anche dal presidente di Confcooperative Umbria: dal palco della Sala della Pace Carlo Di Somma ha lanciato l’idea di una co-progettazione che muovendo dalle due associazioni promotrici del convegno si allarghi a tutti gli attori – cooperazione, patronati, associazionismo, farmacie, imprese, fondazioni, enti pubblici – per sperimentare quelle formule nuove di erogazione dei servizi a favore degli anziani più volte richiamate.
Giuseppe Milanese, presidente nazionale di Confcooperative Sanità, a capo di una delle più grandi cooperative italiane in ambito socio-sanitario,ha sottolineato come il cambiamento demografico in atto ci costringerà a ripensare tutta l’organizzazione del sistema sanitario, rendendo necessaria l’istituzionalizzazione di un nuovo attore tra il fruitore e l’erogatore del servizio: un soggetto terzo che possa definire, una volta messo a fuoco il bisogno della persona anziana non autosufficiente, il mix di misure da garantire in risposta a quel bisogno.
In questo quadro di cambiamenti, anche i patronati, ha detto Valter Marani, direttore generale del patronato EPASA-ITACO Cittadini e Imprese, possono e devono svolgere un nuovo ruolo nella riorganizzazione delle comunità locali, assumendosi anche il compito di far conoscere ai cittadini i diritti di cui possono godere, a fronte di norme sempre più complesse e mutevoli.
Vero e proprio “presidio” a disposizione degli anziani e di tutte le persone è anche la farmacia, ha affermato Silvia Pagliacci, presidente di Federfarma Umbria. Sono proprio le farmacie, presenti ovunque, anche nei comuni più piccoli, a garantire spesso quell’assistenza di cui le persone hanno bisogno, facendo da tratto d’unione tra i pazienti e i medici, tra le persone e il servizio sanitario. Per questo le farmacie sono già pronte a far parte delle nuove reti chiamate in causa dalla riforma dell’assistenza agli anziani.
Le progettualità chiamano in causa le risorse e l’intervento di Daniela Monni, presidente della Commissione Welfare della Fondazione bancaria Perugia, ha ricordato l’attenzione che la Fondazione riserva attraverso i suoi bandi alle iniziative in ambito sociale e di welfare, attenzione che, afferma Daniela Monni, intende essere assicurata anche per il futuro.
Le conclusioni del pomeriggio di lavori sono state affidate all’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche Sociali, Luca Coletto. L’assessore, nel ricordare quanto la sanità sia uscita provata dalla pandemia, ha posto l’accento sul processo di riorganizzazione in atto. Presto si aprirà il dibattitto sul nuovo Piano Socio-sanitario regionale e certamente per la sua attuazione il tema delle risorse nazionali che potremo avere a disposizione farà la differenza.
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