L’Anpi Sez. Valle Umbra Nord esprime la propria contrarietà all’intitolazione dei giardini pubblici di SantaMaria degli Angeli ( zona Via Martiri delle Foibe ) a Norma Cossetto. Riteniamo che questa scelta, nelsettantacinquesimo anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo, non sia un grande gesto enon rappresenti altro che il frutto di una strumentalizzazione di una parte politica volta a rilanciare unavisione delle vicende che vede contrapposti gli italiani buoni e vittime, mai carnefici, agli slavi cattivi ed aguzzini, dimenticando l'intero contesto nel quale maturarono quei fatti.
Ogni crimine, a prescindere da chi lo perpetra, resta sempre tale ma tale circostanza non può offendere la storia né la verità. Noi abbiamo sempre manifestato orrore ed esecrazione per l’orrore delle foibe, che non ha alcuna giustificazione ma che deve essere capito e inserito in tutta la vicenda del confine orientale.
Norma Cossetto fu una delle vittime, che si contarono a decine di milioni, della grande tragedia mondiale del 1939-45 e va ricordato, al di là del suo ruolo svolto all'interno dei Gruppi universitari fascisti, che era figlia di Giuseppe Cossetto, ricco possidente e tra i più in vista dei gerarchi fascisti dell'Istria, combattente del 134° battaglione d'assalto delle Camicie Nere, reparto impegnato proprio in quei giorni in feroci e sanguinose azioni, insieme ai nazisti, contro i partigiani e la popolazione civile. Norma Cossetto non è il modello che incarna il sacrificio di tantissime donne che ancora oggi sono oggetto di violenza, di discriminazione, di sopraffazione.
Libertà e democrazia non sono valori che fanno parte del fascismo e del'Italia fascista, e non si possono mettere sullo stesso piano gli italiani che optarono per il nazifascismo e quelli che lo combatterono:
seppure senza colpe, Norma Cossetto rappresentava (o veniva percepita come tale) una parte ben definita, la stessa che oggi e da anni brandisce la tragedia delle foibe e dell'esodo per parificare torti e ragioni ripetendo la litania della pulizia etnica e dell'italiano sempre vittima e mai colpevole di nulla.
Se la decisione unanime del Consiglio Comunale di conferire la cittadinanza onoraria per la pace a tutti isopravvissuti italiani alla Shoah, cioè coloro che sono tornati dai campi di sterminio, va nella giusta direzione della memoria pubblica dell’Olocausto e del contrasto necessario all’odio antisemita, la decisione di titolare un giardino pubblico a una presunta martire delle foibe è deplorevole e mistifica la memoria della guerra partigiana di Liberazione che fu un fatto storico europeo.
Non può sottacersi altresi l’indifferibile esigenza che nella toponomastica cittadina vengano al più presto cancellate autentiche offese ai valori costituzionali ed allo spirito di Assisi : siamo ancora in attesa che l’Amministrazione Comunale rinomini dallo stradario pubblico il giardino titolato a Giorgio Almirante, firmatario delle leggi razziste nel Ventennio. Almirante, giova sottolinearlo ancora una volta, aveva aderito alla Repubblica di Salò, guidò a lungo il partito che si proclamava erede dell’esperienza politica mussoliniana e, ancora prima, era stato tra i collaboratori della rivista «La difesa della razza» che propugnava tesi xenofobe e antisemite. Fu anche tra i firmatari, nel 1938, del Manifesto della razza che fece da fondamento alle leggi anti ebraiche emanate in epoca fascista; leggi delle quali Liliana Segre e tutti i sopravvissuti italiani alla Shoah, cittadini onorari di Assisi.
Ci piace ricordare le parole di Carla Nespolo, Presidente Nazionale dell’Anpi, scomparsa in questi giorni :
La storia non si scrive con le polemiche, con i colpi di spugna o tirandola da una parte e dall’altra. Si scrive dopo averla studiata, e allora dico a chi infanga l’Anpi: la storia dovete conoscerla e se non volete aprire un libro di storia almeno leggete la legge istitutiva del giorno del ricordo.

Anpi Valle Umbra Nord
Avv.Ettore Anselmo
Presidente della sezione

 

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