In queste settimane, è rimbalzata su molti quotidiani nazionali la notizia di una lavoratrice di Anpal Servizi rimasta disoccupata in seguito alla scadenza del suo contratto a tempo determinato, non più prorogabile in seguito alle nuove disposizioni del decreto dignità. Il segretario del Pd, Maurizio Martina, ha utilizzato la vicenda affermando che il ddl dignità starebbe già provocando i primi disoccupati. Vorremmo però ricordare che l’attuale Anpal Servizi, ex Italia Lavoro, agenzia di Anpal quindi facente capo al Ministero del Lavoro, mantiene dall’inizio una quota importante di precari, sia a tempo determinato che a contratto a progetto, anche dopo il jobs act che, in teoria, avrebbe dovuto eliminare questa forma contrattuale. Pertanto, le responsabilità politiche, risalgono ad intere classi dirigenti e Ministri che in tanti anni non sono mai posti il problema di stabilizzare tante persone specializzate nelle politiche attive del lavoro, che non solo sono precarie, ma ogni volta devono sostenere una vacancy pubblica per poter essere ricontrattualizzati e senza alcun tipo di premialità, pur avendo lavorato in Anpal Servizi anche 10, 15 anni e rischiando ogni volta di rimanere disoccupati. Vogliamo dunque dire che il problema si pone solo ora quando da anni i precari e i sindacati hanno denunciato questa situazione paradossale senza ottenere nulla dall’azienda? Ricordiamo inoltre che esistono accordi siglati con le ooss dove l’azienda si impegna a stabilizzare i precari, per fare questo, il Ministero del Lavoro chiarisca se Anpal Servizi è un’azienda su cui intende investire e quindi farlo anche e soprattutto nel capitale umano.

E’ infatti quanto meno preoccupante che, insieme a tanti precari dei Centri per l’impiego, ci siano in Anpal Servizi altri 800 precari che si occupano di politiche attive a sostegno di disoccupati o percettori di ammortizzatori sociali.

Si faccia pertanto chiarezza e si decida di stabilizzare questi lavoratori piuttosto che utilizzare una strumentale polemica politica.

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