Il coordinatore sindacale “Se si vuole potenziarne l’efficacia occorrono risorse economiche”

(AVInews) – Perugia, 17 mag. – “Sull’argomento ‘Polizia locale’ la Regione Umbria sta navigando a vista. Bene la formazione, ma occorre ben altro se si vuol potenziare l’efficacia della Polizia locale dei Comuni, cioè dotazioni umane e strumentali utili alla sicurezza urbana”. In una parola: risorse economiche”. È quanto commenta Andrea Russo, coordinatore della Uil Fpl Polizia locale Umbria, a seguito del confronto pubblico che si è recentemente acceso tra l’assessore regionale alla sicurezza urbana Enrico Melasecche e l’omologo assessore comunale di Perugia Luca Merli, proprio sul tema ‘Polizia locale’.

“L’Atto di programmazione in materia di Sicurezza urbana del 2020 – spiega Russo –, oltre che snaturare la Legge regionale 13/2008 incentrata prevalentemente verso interventi di natura sociale, contempla cofinanziamenti per il potenziamento strumentale dei Comandi e il sovvenzionamento dei patti prefettizi ‘Perugia Città Sicura’ e ‘Terni Città Sicura’, basandosi su criteri che riteniamo inadeguati. Questo Atto, soprattutto, non è sufficiente negli importi: così come è stato strutturato è un palliativo, un mero assolvimento a un obbligo di legge, in perfetta continuazione con quanto sempre fatto in precedenza, che nella realtà non incide nelle politiche di Sicurezza urbana, non potenzia l’operatività della Polizia locale, in quanto non ci sono risorse da destinare anche al personale; non supporta economicamente i Comuni, che con fatica fanno fronte alle accresciute competenze che nel tempo sono state loro addossate e alle quali devono far fronte con personale specificamente qualificato”.

“Occorrerebbe, invece – prosegue Russo –, intraprendere un percorso di modifica della Legge regionale 1/2005. Fare questo vorrebbe dire concentrarsi approfonditamente su un comparto in modo da renderlo operativo sul campo, potenziando (e quindi finanziando e incentivando) l’attività di controllo, prevenzione e repressione in completa autonomia funzionale di personale, oltre che congiuntamente ad altre forze dell’ordine con reparti di specialità che, per città come Perugia e Terni, sono sempre maggiormente necessarie e spesso richieste dai Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica. Una volta modificata la Legge regionale sulla Polizia locale, la redazione di un Atto di programmazione in materia di Sicurezza Urbana potrebbe trovare una sua organicità d’intervento, finanziando seriamente progetti differenti (sociale, inclusivo e di recupero da un lato e di prevenzione, controllo e repressione dall’altro) che convergerebbero nel raggiungimento del medesimo obiettivo: la sicurezza urbana integrata”.

Andrea Russo è, infine, intervenuto rispetto alle procedure di Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) e Aso (Accertamento sanitario obbligatorio). “È da tempo – ricorda il coordinatore – che evidenziamo criticità e avanziamo istanze per una regolamentazione condivisa di tali procedure, che incorporano l’aspetto sanitario e l’Ordinanza sindacale di esecuzione. La Delibera della Giunta regionale (Dgr) 6/2020 sui Tso del 15 gennaio 2020 recita che il medesimo ‘è stato partecipato ai componenti del Comitato per la Polizia locale dell’Umbria, attivato presso l’attuale Direzione regionale ‘Risorse, programmazione, cultura e turismo’, ai fini di una condivisione delle procedure’. Tale dichiarazione è stata smentita dalla Comunicazione di servizio 5 del 5 febbraio 2020, a firma di Nicoletta Caponi, comandante del Corpo di Polizia municipale di Perugia nonché presidente del Comitato per la Polizia locale dell’Umbria stesso, in cui ‘si ribadisce che non esiste alcun protocollo di intesa né atti di altra natura che disciplini l’esecuzione di Aso e Tso’. La questione fu resa pubblica a seguito di un’interrogazione avanzata dal consigliere Tommaso Bori alla Giunta regionale. Ciò nonostante, il 20 ottobre 2020 sono state emanate le ‘Linee di indirizzo Tso Aso di cui alla Dgr 6/2020 - Attività formative e adempimenti attuativi’ solo successivamente partecipate al Comitato consultivo per la Polizia locale. Per vie confidenziali è emerso che nel confronto queste non sono risultate scevre da osservazioni critiche da parte del Comitato, nonostante la natura fiduciaria del Comitato stesso”.
 

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