Mi sia concesso pensare che in questo preciso momento storico nessuno si curi di chi farà il Segretario del Partito Democratico dell'Umbria.
Perciò il dibattito, come spesso fomentato da un pezzo di stampa predatoria a cui ci consegnano incondizionatamente, è fuorviante e, perciò, va corretto.
Dovremmo piuttosto capire perché milioni di elettori su scala nazionale ci hanno tolto il consenso.
Dovremmo farlo con l'umilta' di chi vuole imparare la lezione e recuperare alcune buone idee sulle quali declinare il mondo.
La difesa e l'affermazione dei diritti individuali e sociali, l'equità e la giustizia sociale, l'Europa solidale e mutualistica possono essere i tratti somatici su cui ricreare un nostro profilo nell'avvenire.
Le parole d'ordine con cui ricostruire un dialogo con tante anime che dalla Sinistra al Centro non trovano più una casa su cui ritrovarsi, una bandiera da alzare, una speranza da coltivare.
È un passaggio necessario per dimostrare che si può governare con radicalità, senza creare ossimori.
Del resto la Sinistra si è arenata sulla prassi del "ma anche", della stabilità istituzionale ormai letta dal popolo come disperato tentativo di conservazione del potere.
Possiamo essere un'altra cosa ma prima di tutto dovremmo ammettere che nessuno in questo caso è legittimato a scagliare la prima pietra.
Che nessuno è meno responsabile di altri per questo gelo che ci ha bloccato le ossa.
Solo se riconoscessimo che tutti abbiamo perso forse daremo ad un popolo, ad una comunità una nuova occasione di affermazione.

Andrea Pensi
 

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