PERUGIA – Deciso segno “meno”, a fine 2011, nell'andamento dei principali settori economici della provincia di Perugia, con una nuova, pesante flessione per il manifatturiero, industriale e artigiano, e per il commercio.

Questa poco confortante indicazione ci è fornita dall’indagine congiunturale della Camera di commercio di Perugia che indica in calo, nel settore manifatturiero, sia la produzione che il fatturato e gli ordinativi, mentre si ferma l'export, con il segno negativo sia per l'andamento tendenziale che congiunturale, mentre si allarga il differenziale dell'economia provinciale perugina rispetto al Centro Italia e alla media nazionale.

Non migliore la situazione per il commercio: in chiusura d'anno è stata infatti rilevata una nuova caduta delle vendite, con una variazione percentuale (meno 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2010), in peggioramento anche sul trimestre precedente (meno 3,6%).

Il settore più penalizzato del comparto è stato quello del commercio al dettaglio dei prodotti alimentari che segna meno 6,2%. Al contrario buoni segnali arrivano dalla grande distribuzione, con un piu' 1,8% tendenziale e uno 0,3% congiunturale.

Al riguardo il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, evidenzia in una nota che le imprese più piccole sono quelle che hanno incontrato maggiori difficoltà (meno 8,2%).

Rallenta – osserva - l'export che per diversi trimestri ha mantenuto una buona intonazione. A livello settoriale solo il tessile, abbigliamento, cuoio e calzature è in campo positivo. Il commercio è pesantemente condizionato dal calo verticale dei consumi: il dettaglio alimentare e non alimentare è in perdita netta. Il commercio, di contro, pur nelle sue negatività, ottiene risultati migliori rispetto alle regioni vicine e alla media Italia.

 

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