(AVInews) – CANNARA – Sono stati le tradizionali cipolle fritte e l’innovativo abbinamento tra cipolla rossa e gambero di fiume ad aver fatto maggiormente colpo sulla giuria di esperti che ha valutato ‘La taverna del castello’ stand dell’anno 2017 della Festa della cipolla di Cannara.

A chiusura di una strepitosa 37esima edizione che ha fatto registrare 150mila presenze in meno di due settimane, domenica 10 settembre si è tenuto il contest per decretare il migliore tra i sei stand della festa per cibo e pietanze servite, ma anche per servizio, accoglienza e pulizia.

Alle spalle del primo classificato si sono posizionati ‘Al cortile antico’ e il ‘Rifugio del cacciatore’, quest’ultimo distintosi anche come il più gradito dal pubblico.

“La cipolla fritta è il nostro ‘cavallo di battaglia’ – ha commentato Giuliano Leonardi, presidente dell’associazione Amici di Collemancio che gestisce lo stand –. Una novità è stata, invece, quella dei gamberi di fiume provenienti dal lago Trasimeno e fornitici dalla Cooperativa dei pescatori di San Feliciano. Abbiamo voluto azzardare un accostamento con la nostra cipolla rossa e devo dire che è stato molto apprezzato, sia nella proposta dell’insalata fredda che come sugo con i picchiarelli che sono una specie di strangozzi all’uovo”. Ma a sfigurare non è stato nessuno, compresi ‘Il giardino fiorito’, ‘El cipollaro’ e ‘La locanda del curato’.

“È stato l’ennesimo e sempre sorprendente grande successo – ha dichiarato entusiasta Roberto Damaschi, presidente dell’Ente Festa della cipolla –. Sono felicissimo per come è andata perché frutto del grandissimo impegno e del complesso lavoro di tantissimi volontari e collaboratori. A Cannara abbiamo dato sfoggio di grande organizzazione riuscendo a far fronte alle nuove norme sulla sicurezza uscite poco più di un mese prima dell’inizio della festa”.

E sono in primo luogo i numeri a dare il senso di questo trionfo con oltre 60mila pasti serviti negli undici giorni dell’evento, quasi tutti ovviamente a base di cipolla, con punte nei singoli stand di 1.500 avventori a sera.

“La nostra cipolla – ha proseguito Damaschi – ha sempre ‘il suo perché’. Ma caratteristica vincente è anche la qualità degli chef professionisti che sono nelle nostre cucine coadiuvati dalle splendide casalinghe cannaresi. Con orgoglio posso oggi rappresentare una Cannara che ha saputo mettersi in mostra ma che ha anche dato il bell’esempio di un’Umbria che si sa muovere, propositiva e costruttiva”. Il riferimento è al tentativo di dar vita a un’associazione delle città produttrici di cipolle e al relativo incontro che si è tenuto nel corso della festa tra i rispettivi rappresentanti.

Da segnalare anche la novità della gara canora del ‘Canta cipolla’, che ha messo in mostra le doti di undici cantanti umbri, e l’estemporanea di pittura nel centro storico sul tema ‘Cannara nel Capitolo XVI dei Fioretti’.

Nicola Torrini

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