Analisi dei dati economici di Elisabetta Tondini. Le incognite e i numeri
Numeri della ripartenza e incognite del futuro di Elisabetta Tondini
Abbiamo accolto con un certo sollievo le recenti stime della Banca d’Italia sulle performance dello scorso anno, che hanno quantificato una decrescita umbra allineata a quella nazionale, ovvero non il temuto -14 per cento, ma un numero inferiore a 9. Insomma, la batosta c’è stata, come del resto ovunque, ma non così pesante come si temeva. Lo riconferma, in via migliorativa, pure lo studio Svimez di fine luglio che ha comunicato per l’Umbria una perdita del Pil nel 2020 dell’8,5 per cento, a fronte del -8,9 nazionale, ponendola settima tra le regioni italiane ordinate per intensità di recessione (le vicine Toscana e Marche hanno superato rispettivamente il 10 e l’11 per cento e sono le ultime in graduatoria).
Tuttavia la ripartenza, stimata per l’Italia pari al 4,7 e al 4 per cento rispettivamente in riferimento all’anno in corso e al prossimo, ripropone un Paese a due velocità: pur con qualche eccezione, più sostenuta sarà la ripresa delle regioni del Nord, soprattutto del Nord-Est, che figura con 6,2 e 5,0 per cento nel 2021 e 2022. Il Centro, allineato ai valori medi nazionali, vede un’Umbria risalire la china, con 4 e 3,8 per cento, più timidamente della Toscana (e, in riferimento all’anno in corso, anche di Abruzzo e Campania).
In sintesi, la ripresa prevista dal nuovo modello di analisi Svimez non basterebbe per riportare l’Umbria e l’Italia ai livelli di Pil pre-Covid: occorre un delta in più (rispettivamente 1,2 e 0,8 punti sui valori stimati al 2022).
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