Analizzando i dati sui flussi di voto a livello Regionale[1] e Comunale[2] emergono dei dati  preoccupanti per chi ha un pensiero critico nei confronti delle maggioranze di Governo sia nazionale che perugina.

Sicuramente il voto umbro è stato in parte influenzato dalle note inchieste sulla sanità che hanno portato alle dimissioni della presidente Marini e allo scioglimento anticipato del Consiglio regionale.

Il flusso dei voti, studiati dall'Istituto Cattaneo e dalla Luiss, in Umbria e a Perugia, confermano quanto già visto in merito alle Regionali Abruzzesi[3] di un anno fa, e cioè la fine, elettoralmente parlando, di un’epoca politica che si caratterizzava per l’emorragia di voti che dai “vecchi” partiti confluivano verso il M5S.

Questo flusso unidirezionale si è arrestato. E' iniziata da oltre un anno una nuova stagione elettorale, che si caratterizza per la fuoriuscita dei voti dal movimento verso la destra e l'astensionismo.

Soffermandoci su Perugia e considerando il dato delle politiche del 4 marzo 2018, il M5S perde 10.237 voti (47%) alle Europee e 15.496[4] voti (71%) alle amministrative.

Solo 1 elettore su 2, tra chi aveva votato il Movimento un anno fa, domenica gli ha riconfermato il voto.

Una débacle totale che non può essere spiegata solamente con la differente competizione elettorale. C'è invece una disaffezione politica dell'elettorato grillino.

Se si vanno a considerare le amministrative di 5 anni fa (un'era geologica con la politica di oggi), comunque il M5S perde 9.069 voti (46%) confermando il calo delle europee. Il dato negativo delle amministrative (-71%) è però sicuramente influenzato anche dalla non ricandidatura della Rossetti ed è quindi, in parte, un evento eccezionale.

Possiamo però affermare che circa 10.000 elettori grillini, alle ultime elezioni, non per motivi riconducibili al candidato sindaco, hanno cambiato il loro voto.

Secondo lo studio dell'Università Luiss, i due grandi azionisti dell'elettorato in uscita dal Movimento sono La Lega (19%) e l'astensionismo (33%).

Alla sinistra, sia quella moderata che quella alternativa, non va praticamente nulla: 3% al PD, zero a La Sinistra e alle liste civiche ad esse associate.

Il Centro Destra:

La coalizione a sostegno di Romizi nel 2014 prese 26.292 voti (31,24%) contro i 49.839 voti del 26 maggio, ottenendo quindi in questa votazione + 90%!

Ma questo dato da solo non evidenzia totalmente l'immensità della vittoria di Romizi.

Lo stesso giorno, nella stessa città, alle europee, sommando i voti di tutto il CD (FI, LEGA, FLI e POPOLARI PER L'ITALIA) si arriva a 41.554 voti, il 46%, che, alle amministrative, sarebbe significato ballottaggio.

Ma alle comunali il Centro Destra unito prende circa 8.000 voti in più rispetto alle Europee, trascinato da un Sindaco che, con 52mila voti, fa praticamente cappotto.

Se alle comunali è Romizi il mattatore del Centro Destra, alle Europee questo ruolo lo ricopre la Lega con più di 27.000 voti (31,6%). E' interessante analizzare il flusso dei voti che permettono questo risultato. Infatti la Lega pesca in un bacino elettorale che possiamo definire trasversale.

Degli oltre 27mila voti, il 50% sono Leghisti che hanno confermato il proprio voto già espresso alle politiche del 2018. Un 15% sono ex elettori di FI e il 18% provengono dal M5S. Infatti la lega è l'unico partito che riesce a captare il voto in uscita dal movimento. Infine, il 12% del voto leghista proviene dal PD!

Il Partito Democratico:

Alle amministrative del 2014 tutta la coalizione in appoggio a Boccali prese 41.129 voti con la sinistra dentro (SEL e PRC), mentre nel 2019 la coalizione a sostegno di Giubilei, senza la Sinistra, ma con le liste Civiche, prende 22.978 voti cioè (-44%).

Alle europee il PD prende 22.930 voti, cioè 48 voti in meno rispetto a tutta la coalizione di Centro Sinistra alle amministrative. Come studiato e scritto, anche su altre elezioni, come quelle abruzzesi, è evidente come le liste civiche in appoggio al PD molto probabilmente limitano un’emorragia di voti sopratutto verso l'astensione, ma non intercettano nessun voto in più e si limitano a partecipare alla divisione dei voti già in orbita del Partito Democratico.

L'attuale elettorato del PD è composto nella quasi totalità da elettori consolidati. L’unica novità è costituita dall’apporto di Liberi e Uguali (6%). Per il resto, la capacità di penetrazione in altri bacini elettorali è nulla.

La Sinistra d'alternativa:

Nel 2014 tutta la sinistra in sostegno a Boccali (PRC-SEL-IDV) prese 4.552 voti; nel 2019, da Mandarini a Coscienza Verde, passando per “Perugia Città in Comune” i voti sono 3.605 voti. (-20%). Cioè i tre simboli si dividono più o meno i voti di La Sinistra e del PC delle Europee: 3.337 voti.

Nelle politiche del 2018, Liberi e Uguali, Potere al popolo e PC totalizzarono 5.896 voti.

In un anno, il campo della sinistra, perde circa il 40% dei voti.

Se era immaginabile che un parte dei voti di LeU andassero al PD (33%), è il 30% di elettori che decidono di astenersi dal voto che rende enormi le proporzioni della sconfitta.

Per analizzare il risultato elettorale di Europa Verde ci vorrebbe un capitolo a parte perché il suo flusso di voti in entrata ha una provenienza trasversale e similare tanto da richiedere un maggior approfondimento di analisi: 20% LeU; 20% PD; 24% FDI e 15% Lega.

Epilogo:

Il campo del Centro Sinistra è in evidente difficoltà.

Il Partito Democratico è riuscito ad arginare i voti in uscita. Rispetto alle politiche di un anno fa perde un migliaio di voti (-5%). Pesca da Liberi e Eguali ma ha un consistente flusso in uscita verso la Lega (-12%).

Questo avviene perché quando si individua un problema per la nazione, ad esempio gli sbarchi di immigrati, o si sceglie un nemico per il Popolo, come i 5stelle, poi bisogna anche dimostrarsi capaci di disinnescare sia il problema che il nemico. C'è il rischio che, una volta convinto parte del tuo elettorato sull'esistenza di un problema e di un nemico, questo individui qualcuno più adatto ad arginarli.

Anche la Sinistra Alternativa, dove il pericolo Salvini e il rischio Fascismo, tanto enfatizzati, ottengono la condivisione del proprio elettorato, non riesce però a indicare all’elettorato nella proposta politica messa in campo una soluzione a quei pericoli e a quei rischi. Così l'elettorato sceglie di affidarsi al Partito politicamente più vicino e più grande, o sfiduciato decide di non votare.

Tutto ciò avviene mentre c'è un disfacimento del M5S. Partito con un elettorato trasversale, che è cresciuto negli ultimi anni pescando sia da Forza Italia che dal PD.

I flussi evidenziano come i voti in uscita dal M5S non hanno attrazione per i partiti più moderati.

Mentre la Lega sta riuscendo a riportare nel campo della Destra i voti in uscita dal Movimento, a Sinistra manca una proposta politica credibile agli occhi di quell'elettorato.

Finché la Sinistra d'alternativa non riuscirà a mettere in campo qualcosa di serio e attrattivo, difficilmente potremo parlare di Centro-Sinistra e ancor meno di Centro-Sinistra vincente.

Barcaioli Fabio

Perugia Città in Comune

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[1] http://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2019/05/Analisi-Istituto-Catt...

[1] https://cise.luiss.it/cise/2019/05/28/flussi-perugia-il-pd-cede-ancora-a...

[1] http://www.umbria24.it/opinioni/abruzzo-chiama-perugia-fermare-la-lega-s...

[1] Vengono considerati i voti di lista. Ai voti del M5S sono stati sommati quelli della lista “Noi Cittadini.”

[1] http://www.cattaneo.org/wp-content/uploads/2019/05/Analisi-Istituto-Catt...

[2] https://cise.luiss.it/cise/2019/05/28/flussi-perugia-il-pd-cede-ancora-a...

[3] http://www.umbria24.it/opinioni/abruzzo-chiama-perugia-fermare-la-lega-s...

[4] Vengono considerati i voti di lista. Ai voti del M5S sono stati sommati quelli della lista “Noi Cittadini.”

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