Almalaurea: i neo laureati sono di meno, precari e malpagati
Cala il numero dei laureati italiani, ma diminuiscono per loro le possibilità di trovare un lavoro. E anche quando riescono in questa impresa, devono accontentarsi di stipendi sempre più bassi, spesso senza un contratto. Insomma, la crisi non risparmia i laureati: lo afferma il tredicesimo rapporto AlmaLaurea presentato oggi, 7 marzo, a Roma. Il dossier si basa sui dati raccolti su un campione molto consistente (400mila laureati) e, nel fare il punto sulla condizione di lavoro dei neo dottori, disegna un quadro legato all'onda lunga della crisi, scoppiata due anni fa, che continua a farsi sentire e a penalizzare i giovani.
Nel dettaglio, dai dati emerge come dal 2008 il numero di laureati sia in calo costante: attualmente siamo attorno al 20% fra i 30-34enni, ben lontani dal 40% previsto dall'Ue. Il mercato non li cerca: la disoccupazione fra i titolati è in aumento, anche se nel 2010, rispetto al 2009, c'è stato un incremento minore. Fra i laureati del 2009 in un percorso triennale, a un anno dal titolo, è salita dal 15 al 16% (l'anno precedente aveva segnato +4 punti). Difficoltà in aumento anche fra gli "specialistici", dove la quota dei senza lavoro sale dal 16 al 18% (ma la precedente rilevazione aveva evidenziato un +5%). Dati in salita pure fra gli specialistici a ciclo unico: dal 14 al 16,5% (meno comunque rispetto all'aumento di 5 punti dell'indagine precedente).
Addio posto fisso e lavoro sommerso in crescita. A un anno dal titolo diminuisce l'impiego stabile per i laureati di ogni livello. E aumenta quello atipico. La stabilità riguarda il 46% dei laureati occupati di I livello e il 35% di quelli magistrali (con una riduzione, in entrambi i casi, di 3 punti). Un campanello d'allarme è dato dalla robusta crescita del lavoro "nero" tra i laureati del 2007 e quelli del 2009. I neo dottori occupati senza contratto, a un anno, raddoppiano fra gli specialistici biennali, raggiungendo il 7%. Tra quelli di primo livello, i senza contratto passano dal 3,8 al 6%. Gli specialistici a ciclo unico dall'8 a quasi l'11%. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente (di 22 punti percentuali) tra uno e tre anni dal titolo, raggiungendo il 62% degli occupati: si tratta in prevalenza di contratti alle dipendenze a tempo indeterminato. I più occupati sono i ragazzi dell'area medica.
Notizie poco rassicuranti anche in tema di retribuzioni. A un anno dalla laurea, infatti, la contrazione, rispetto alla scorsa rilevazione, sale fino al 4% tra i triennali e gli specialistici a ciclo unico, al 5% tra gli specialistici biennali. Un esempio pratico: se un laureato magistrale nel 2007, dopo un anno, guadagnava 1.205 euro, ora ne prende 1.078.
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