“Le alluvioni vengono legate ai cambiamenti climatici e ad eventi meteorici, ma in larga parte sono invece da attribuire al modo in cui è cambiato l'uso del suolo e del deficit di trasporto solido, a causa di attività estrattive ed opere trasversali”. Lo ha detto il professor Corrado Cencetti (Università di Perugia – Ingegneria ambientale) invitato alla riunione odierna della Seconda Commissione per parlare del 'Rischio da dinamica fluviale', un tema ricompreso nella serie di audizioni a cui ha dato corso l'organismo di Palazzo Cesaroni in merito all'aspetto morfologico e idrogeologico del territorio regionale, compito che le è stato delegato dal Consiglio regionale per approfondire la problematica riguardante la prevenzione e il governo idrogeologico del territorio umbro, a seguito delle ultime alluvioni che hanno interessato una parte consistente dell'Umbria.

 

Cencetti ha tenuto a ribadire come il sistema fluviale rappresenti una risorsa, ma allo stesso tempo una minaccia, se non viene gestito con intelligenza, per l'ambiente che lo circonda. “È necessaria – ha detto – una approfondita conoscenza della dinamica fluviale e quindi della tendenza evolutiva”, capire, in sostanza, le reazioni degli interventi di manutenzione. “Lo studio dei fiumi – ha ribadito il professore – deve partire da un approccio idrologico, idraulico, morfologico e sedimentario. Serve un'accurata osservazione ed una corretta interpretazione dei dati. Comunque, l'Umbria, dal punto di vista del monitoraggio è una delle Regioni più sensibili”.

 

Dopo aver ribadito che il fenomeno dell'inondazione è il “risultato della reazione 'sistema alveo-pianura fluviale'”, ha puntato il dito, parlando comunque in generale e non specificatamente dell'Umbria, della “inadeguatezza delle opere di difesa, della riduzione delle aree di espansione per la laminazione della piena (progressivo abbassamento del colmo di piena da monte a valle ndr). Sempre più – ha aggiunto – ci troviamo di fronte alla presenza di centri abitati e/o attività produttive su aree di pertinenza fluviale. Gli alvei – ha aggiunto – stanno modificando la tipologia del loro tracciato a causa degli interventi dell'uomo. Le variabili antropiche non vengono adeguatamente considerate. I processi di erosione sono i diretti responsabili dei fenomeni di alluvione”.

 

Tra le possibili soluzioni proposte da Cencetti: “Interrompere le attività estrattive di inerti dagli alvei, evitare l'impianto di nuovi alberi sempre e comunque, aumento del trasporto del solido, costruire soglie o briglie selettive, ripristino delle casse di espansione naturali”.

All'audizione odierna del professor Cencetti hanno preso parte alcuni funzionari e tecnici dell'assessorato regionale che verranno comunque ascoltati in una prossima seduta della Commissione che sta provvedendo ad invitare anche rappresentanti degli Enti gestori dei fiumi, dei Consorzi idraulici e delle Istituzioni.

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