PERUGIA – La Regione Umbria, negli ultimi quindici anni, ha destinato 130 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio. Sui fiumi Chiani e Paglia sono stati eseguiti importanti e consistenti interventi per 13 milioni di euro. Per quanto riguarda le azioni di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico ed idraulico, l'Umbria può definirsi una regione all'avanguardia. Sono alcuni passaggi dell'audizione di oggi in Seconda Commissione dell'assessore regionale all'Ambiente e dell'ingegner Angelo Viterbo, responsabile regionale del Servizio Risorse idriche e rischio idraulico, nell'ambito di un programma di approfondimento, da parte dell'organismo di Palazzo Cesaroni, della problematica riguardante la prevenzione e il governo idrogeologico del territorio umbro, a seguito delle ultime alluvioni che hanno interessato una parte consistente dell'Umbria.

Nel corso degli interventi è stata sottolineata la diminuzione delle risorse previste dal Ministero (da 37 a 21 milioni) per le quali la Regione ha anche chiesto una maggiore frequenza di elargizione, affinché possa intervenire più velocemente sulle criticità maggiori presenti nel territorio, in particolare sulla fondamentale manutenzione degli alvei.

L'assessore ha quindi fatto sapere che, in merito all'ultima alluvione che ha interessato il territorio del Marscianese e dell'Orvietano, il Dipartimento di Protezione civile ha inviato alla Presidente della Regione Catiuscia Marini la delibera con la quale il Consiglio dei Ministri approverà lo stato di emergenza che riconoscerà comunque un terzo delle spese presentate: dei 22 milioni richiesti ne verranno assegnati 7. Tuttavia, all'interno della Legge di Stabilità approvata dal Parlamento, per l'Umbria e la Toscana sono previsti 250 milioni di euro. L'obiettivo è quello di averne almeno 80 al fine di programmare importanti interventi strutturali.

Dal 1918 al 2006 l'Umbria è stata colpita da 80 eventi calamitosi alluvionali. Le azioni strutturali messe in campo ad oggi riguardano interventi di manutenzione ed opere di difesa idraulica, ripristino degli argini. Tra le azioni non strutturali è stata ribadita la validità di un monitoraggio costante. È stato quindi ribadito anche come l'Umbria si collochi tra le prime regioni italiane per rischio idrogeologico e come il suo territorio sia fragile e ad alta pericolosità.

Alla riunione ha partecipato anche l'ingegner Nicola Berni (Responsabile sezione Centro funzionale  Protezione civile – Foligno) che ha voluto rimarcare come “un euro speso in prevenzione ne fa risparmiare 5 necessari poi per intervenire sui danni”.

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