di Nicola Bossi

PERUGIA - La guerra civile in Libia e il vuoto di potere in Tunisia potrebbero essere le cause di una nuova ondata umana di profughi pronti a riversarsi in Italia, come accadde con la caduta del regime in Albania. Il Governo nazionale ha già messo in pre-allarme gli enti locali, tra cui anche quelli umbri. Il vice-presidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi ha spiegato in prefettura il punto di vista dell'ente sull'eventuale accoglienza e messa a disposizione di strutture: “Qualora il Governo del Paese voglia finanziare ed attribuire al nostro territorio compiti di accoglienza dei profughi libici e tunisini, la Provincia non si tirerà indietro, offrendo la consueta collaborazione che sa esprimere nelle situazioni di necessità".

Ma allo stesso tempo ha precisato che non possono essere utilizzati per scopi d'accoglienza "Villa Fidelia a Spello, Villa Redenta a Spoleto e l’Isola Polvese” strutture che sono fondamentali per la comunità "per i settori turismo, cultura e formazione".  Luoghi che sarebbero stati presi in considerazione dal Governo e dall'Unità di crisi per ospitare migliaia di potenziali profughi.

“L’instabilità politica e le condizioni economiche dei paesi nordafricani, necessitano comunque – ha concluso Rossi - di un interessamento del Governo italiano, come dell’Unione Europea, che vada oltre l’individuazione dei potenziali siti di accoglienza. Un progetto di ospitalità vede nella logistica il problema minore, considerando i problemi degli alimenti, del vestiario, della convivenza, dell’impatto con la comunità locale e della contenzione nei casi previsti dalla legge, le componenti che gli enti locali non possono certo affrontare da soli”.

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