La vertenza alla Perugina desta notevole preoccupazione nell'intera collettività cittadina.data la minaccia, comunicata dalla Nestlè, di un esubero di personale di duecentoquindici persone.
Nelle assemblee i lavoratori hanno già espresso la volontà di difendere l posti di lavoro e di battersi per il futuro dell'azienda.
Noi riteniamo che la responsabilità primaria della situazione di oggi vada ricondotta tutta alla linea industriale che da anni la multinazionale sta attuando alla Perugina, ma crediamo che, ancora una volta, non si voglia affrontare la realtà per quello che rappresenta, in termini di futuro industriale e occupazionale.
La Sinistra per Perugia ribadisce, che le cause delle decisioni della Nestlè di questi giorni, vadano anche ricercate nei punti dell’accordo, del tutto insufficienti a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali.
Era evidente, che aver accettato le decisioni di dismettere marchi prestigiosi, la concentrazione della produzione solo su pochi prodotti, con l’ utilizzazione di impianti tecnologicamente avanzati, e maggior flessibilità degli orari e dei lavoratori, avrebbero causato conseguenze negative per l’occupazione. e un ridimensionamento complessivo fino al punto che la produzione e il costo del personale attuale, non avrebbero più garantito la compatibilità economica e produttiva dello stabilimento.
Oggi vengono richiesti ulteriori sacrifici ai lavoratori: progetti di revisione dei contratti, con le riduzioni di orario e il taglio delle categorie, poi l’espulsione di 200/300 lavoratori. Ci domandiamo , allora, tutto questo a che cosa viene finalizzato?
La minaccia inesorabile verso la delocalizzazione delle produzioni, con il rischio fra pochi anni della chiusura della fabbrica, resta una prospettiva alquanto concreta.
Occorre, allora, cambiare strategia, rivendicare con forza per la Perugina un ruolo industriale diverso da quello attuale: in questa ottica i sacrifici di oggi avrebbero un senso per il futuro dell’azienda.
Lo stabilimento, per la sua esistenza, ha bisogno di nuove produzioni, moderne, diversificate, secondo le modifiche avvenute nel mercato, in grado di competere sui mercati internazionali .Quindi al più presto, è necessario che venga presentato un nuovo piano complessivo di investimenti in nuove tecnologie produttive, perché quelli in marketing non garantiscono certo il futuro.
Vogliamo sperare che il sindacato, sopratutto quello nazionale, cessi di considerare l’accodo come una ridotta dietro cui trincerarsi nelle difesa dei posti di lavoro, e quindi prenda in considerazione una nuova strategia industriale.
L'intervento del governo nazionale sarà positivo se interverrà sulla politica industriale delle multinazionali in Italia ed in particolare su quella della Nestlè e sul futuro della Perugina.
Anche le Istituzioni Umbre devono uscire dal silenzio di questi giorni e aprire un confronto con l'azienda ed il governo.
Se la Nestlè non vuole mantenere e rinvigorire la Perugina, noi crediamo che la scelta giusta sia quella che venga venduta ad un gruppo in grado di rilanciare tutto il potenziale produttivo, di qualità e di mercato che essa rappresenta
La Sinistra per Perugia, intanto, nell’attesa dell’incontro con l’azienda, sta accanto ai lavoratori per respingere,anche con la lotta, la perdita di nuovi posti di lavoro.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

 

 

Condividi