In questi ultimi mesi i cittadini di Perugia e dell’Umbria hanno espresso forti preoccupazioni per il futuro produttivo e occupazionale della Perugina: fabbrica vanto e simbolo della nostra realtà produttiva.

Ora la vertenza aziendale si è conclusa con la firma di una ipotesi di accordo tra i sindacati e la proprietà aziendale.
Questa intesa prevede l’attuazione di un piano triennale d’intervento con un investimento di quindici milioni per l’ammodernamento tecnologico e quarantacinque milioni in marketing e pubblicità.
La produzione si concentrerà ancor di più sul Bacio e su altri pochi prodotti.
Noi riteniamo questa ipotesi d’accordo del tutto insufficiente a garantire sia livelli occupazionali sia il destino industriale di questa fabbrica.
Non c’e nessun impegno per investimenti in nuove produzioni, ma saranno venduti due marchi famosi nel mercato: le caramelle, tra cui la Rossana e i biscotti, le Ore Liete.
Ci domandiamo allora come saranno utilizzati gli enormi spazi che rimarranno liberi dopo la cessazione di queste produzioni.
Giudichiamo molto positivo che, dopo ventisei anni da quando la Nestlè ha acquistato la Perugina, oggi è riscoperta tutta la potenzialità del Bacio e l’impegno che sarà commercializzato in ogni parte del mondo: speriamo anche sulla luna.
Ma riteniamo che si porrà comunque il problema dell’attuale dimensione dello stabilimento che diverrà un costo non più sostenibile con il ridimensionamento produttivo.
Metà fabbrica allora sarà demolita o venduta per altri scopi?
Intanto è garantito che gli attuali livelli occupazionali non sono in pericolo, ma si dovrà ricorrere a cassa integrazione, a strumenti sociali, alle uscite per pensionamenti.
L’investimento in marketing e pubblicità può creare le condizioni per superare.
la consistente contrazione del mercato del cioccolato derivato dal perdurare della la crisi economica, ma i segni di aggravamento destano molta preoccupazione.
L’ammodernamento tecnologico riuscirà sicuramente ad aumentare la produzione, ma produrrà nel tempo altro esubero di mano d’opera.
La Perugina, quindi, fra tre anni sarà completamente diversa da oggi, più efficiente, con maggiori volumi di pochissimi prodotti, con più flessibilità, notevole riduzione di occupazione e più piccola anche come grandezza di stabilimento.
Siamo sicuri che questo sia il risultato che il sindacato e i lavoratori avevano sperato di ottenere?
In quanto alla costituzione del comitato tra azienda e lavoratori, che piace tanto al sindacato, per le verifiche di attuazione del piano industriale, preferiamo sorvolare per carità di patria.
Noi costatiamo, invece, che la Nestlè sta portando a compimento il piano di ristrutturazione di S. Sisto deciso anni addietro e, seppur con lentezza, in via di attuazione, come del resto ha sempre fatto in tutte le parti del mondo.
Per l’importanza di questa decisione, che cambierà per sempre l’azienda, noi riteniamo necessario che l’ipotesi d’accordo sia sottoposta al referendum dei lavoratori.
La Sinistra per Perugia nell’esprimere tutte le perplessità possibili, invita sia i lavoratori sia le istituzioni a riflettere in modo approfondito su questa ipotesi d’accordo, troppo frettolosamente giudicata molto positiva.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

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