Gli episodi di exnofobia che di continuo si susseguono in Italia hanno fatto scattare in molti il desiderio di “fare qualcosa” contro il razzismo. Ma questo bisogno di reagire non può essere solo di chi non accetta più violenze contro chi è etichettato come diverso e i migranti, noi pensiamo che di una reazione al razzismo ne abbiano bisogno tutti e in tutte le parti del Mondo, razzisti e indifferenti compresi.

Perché il razzismo è sì un brutto fenomeno italiano, ma è diffuso e ha radici profonde in tante altri parti della Terra. Basti pensare al popolo rohingya cacciato dalla Birmania; al muro che setara israeliani e palestinesi; al Presidente americano Trump che ha tentato di dividere bambini figli di migranti dalle madri; nell'Unione europea ai reticolati di Orbàn in Ungheria, a quello che da tempo succede in Polonia, Boemia, Slovacchia e recentemente in Austria e in altri paesi dell'Europa occidentale che, fino a non molti anni fa, pensavamo esserne immuni.

Sì, in Europa - non dobbiamo mai dimenticare che è il luogo dove nazismo e fascismo hanno tentato di sterminare ebrei e rom - è tornato quel male che pensavamo fosse stato estirpato dalla guerra.

Ed allora è dall'Europa stessa che devono venir fuori gli anticorpi contro il razzismo. Dall'Europa nata dalla guerra al nazifascismo che dette vita alla Comunità europea; del manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni; che sognava Alex Langer; dei giovani dell'Erasmus e dell'interail; che ha saputo accogliere i migranti in fuga da guerra, fame e morte.

Gli anticorpi contro il razzismo devono venir fuori anche da quell'Europa che negli anni '60 dette vita ai grandi raduni pacifisti di Bertrand Russell a Londra e alla Marcia della Pace Perugia-Assisi di Capitini.

È per questo che crediamo che la prossima MARCIA PER LA PACE Perugia-Assisi di Domenica 7 ottobre debba essere percorsa contro il razzismo, e che una marea colorata di tolleranza si snodi per tutto il cammino.

Ribadendo con questa scelta che il cinquantenario della morte di Aldo Capitini non è occasione di retorici incontri e manifestazioni, ma linfa vitale per vedere il presente, per vincere l'indifferenza, per ritrovare l'umanità perduta, per un concreto agire non violento contro la violenza a favore di una realtà liberata e fraterna.

Una Marcia nella quale le stesse persone che percorreranno il cammino da Perugia verso Assisi con le loro diversità diano il senso di una possibile convivenza tra diversi. Dimostrando con la loro gioia, la loro mancanza di rabbia, le loro parole non violente, i loro sorrisi, i loro colori che ci sono vie d'uscita da questo violento bruttissimo clima che vuol farci tornare verso il brutto passato del quale noi europei siamo stati causa e vittime.

PERUGIA UMBRIA MONDO

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