PERUGIA - "Gli agriturismi umbri, circa 1.200, sono una realta' economica in sensibile crescita, nonostante la forte crisi del settore turistico; ma un cavillo della legge regionale che ne regola le attivita', la numero 28 del 14 agosto 1997, rischia di limitarne l'ulteriore crescita, unitamente a soffocanti vincoli normativi e adempimenti burocratici". E' quanto si legge nella proposta di legge presentata a Palazzo Cesaroni da Sandra Monacelli, capogruppo Udc, che chiede di modificare l'articolo 3, coma 3 della stessa legge, perche' impedisce ai titolari di un esercizio di agriturismo di estendere l'utilizzazione recettiva ai volumi di immobili ampliati, realizzati dopo la legge ma comunque preesistenti al suo varo. Sandra Monacelli chiede di rimuovere questo vincolo in nome di un diritto costituzionale a non impedire l'iniziativa economica di un imprenditore che di fatto avvantaggerebbe gli altri titolari, "fino a ravvisare un monopolio del settore". A suo giudizio il vincolo e' da rimuovere, perche' comporta, "una pesante limitazione alle possibilita' ed alle capacita' imprenditoriali degli agricoltori umbri interessati ad investire nel settore".

Nel merito l'esponente Udc ricorda che il problema e' emerso a seguito di un recente ricorso di un cittadino, nei confronti di due determinazioni della Comunita' Montana dell'Orvietano - Narnese che hanno negato l'estensione della autorizzazione all'utilizzo agrituristico di un edificio non esistente alla data di entrata in vigore della legge e rispetto alle quali, il Tar dell'Umbria ha sollevato questione di legittimita' costituzionale, proprio sui contenuti dell'articolo 3 della legge regionale.

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