ROMA - La nuova campagna di semina del girasole parte sulla spinta dei buoni risultati produttivi realizzati nel 2011. A fare il punto della situazione e' stata Assosementi in un convegno organizzato nei giorni scorsi a Perugia, in collaborazione con il Cra ed il Parco tecnologico agroalimentare dell'Umbria.

Tema dell'incontro, le indicazioni della sperimentazione per una piena valorizzazione della coltura del girasole. ''Le prospettive per il girasole, coltura insostituibile nell'avvicendamento aziendale nelle regioni dell'Italia centrale - ha sottolineato Giuseppe Carli, presidente della sezione sementi di colture industriali di Assosementi - sono molto positive grazie al continuo incremento produttivo assicurato dalle nuove varieta' ed alle interessanti possibilita' di sfruttamento alternative a quello alimentare, in campo bioenergetico e zootecnico''.

Il girasole si colloca tra le colture piu' importanti da cui si ottiene olio, circa l'8% a livello mondiale, e soprattutto e' una coltura europea, con il 60-70% della produzione realizzata tra Russia, Ucraina ed i paesi dell'Ue27. In Italia il girasole attende da tempo un pieno rilancio, dopo il crollo delle superfici coltivate agli inizi degli anni 2000, e soprattutto quotazioni di mercato che diano maggiore fiducia agli agricoltori. ''La ricerca varietale sul girasole si e' concentrata soprattutto nei paesi europei - ha sottolineato Carli - e le aziende sementiere stanno investendo molto su questa coltura, che ha grosse potenzialita'. Basti pensare che la resa media sperimentale delle 32 varieta' provate dal Cra nel 2011 e' stata vicina alle 3,6 t per ettaro''.
 

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